Una storia incredibile. Di quelle magiche e maledette, fatte di gioielli, errori, tempeste, interruzioni, assalti e miracoli, che alla fine trova il «deus ex machina» in un vecchio ragazzo che avrà 40 anni fra pochi giorni. Il nome non è nuovo, si chiama Francesco Totti e ancora una volta è lui il Gandalf della Roma, il mago che – al suo esordio stagionale – rovescia la gara con tante giocate decisive e timbra su rigore il successo della Roma sulla Sampdoria all’ultimo secondo utile, che sblocca un 2-2 santificato fino a quel momento dalle reti di Salah, Muriel, Quagliarella e Dzeko. Forse, ad appannare un po’ la favola, è solo la modalità con cui arriva il penalty decisivo, generosamente concesso dall’arbitro Giacomelli per un contatto dello sciocco Skriniar sul furbo Dzeko, che fa impazzire di rabbia i doriani. Nota a margine: tutto sommato, però, ora fa sorridere pensare come Totti pochi mesi fa abbia dovuto letteralmente strappare un rinnovo che, a un certo punto, nessuno sembrava volere. Probabilmente in tribuna il presidente Pallotta avrà pensato come quel contratto sia stato uno dei migliori investimenti del quinquennio Usa.

TEMPESTA E STRIGLIATA – Tornando al match, col senno di poi i quasi 80’ d’interruzione del match (intervallo compreso) dovuto a una tempesta scatenatasi sull’Olimpico, aiutano i giallorossi a riordinare le idee (Spalletti coi suoi è molto duro), visto che avevano chiuso il primo tempo in svantaggio e sepolti dai fischi. Eppure in avvio Spalletti sceglie di giocare con il sistema che preferisce, ovvero senza il centravanti di riferimento (Dzeko) e puntando sulla mobilità di Perotti trequartista, abile nel creare spazi, cucire la manovra e produrre assist per Salah ed El Shaarawy, avendo alle spalle tre bodyguard come De Rossi – vertice basso della mediana – Nainggolan e Strootman. A questi il tecnico affianca due terzini di spinta come Florenzi e Bruno Peres, che però hanno il limite di lasciare troppo spesso soli Manolas e lo sperduto Juan Jesus. Ne approfitta una buona Samp, che piazza Alvarez tra le linee dietro a Muriel e Quagliarella, mentre in regia Torreira smista il gioco per gli inserimenti di Barreto e Linetty. Ne consegue che i doriani giocano, affondando nel ventre molle della difesa romanista, il sinistro, mentre i giallorossi provano a fare male soprattutto scavalcando la mediana con lanci lunghi per giocare alle spalle dei difensori avversari e con triangoli in velocità per saltare il pressing. L’inerzia iniziale sembra dar ragione a Spalletti perché al minuto 8 la Roma è già in vantaggio grazie a un bell’assist di Perotti per Salah, che di testa beffa Pavlovic fuori tempo. Non basta, perché subito dopo lo stesso argentino innesca El Shaarawy, che da buona posizione calcia alto. È però un fuoco di paglia, perché la squadra di Giampaolo sa alternare giocate corte e lunghe e, con una di queste ultime, Regini pesca Muriel, che con un gran tiro al volo buca Szczesny, bravo tra l’altro un minuto dopo a evitare il raddoppio dello stesso colombiano. La Roma è in difficoltà, i brasiliani di difesa vanno in crisi e il gioco «vero» fluisce solo verso il polacco, che con una uscita maldestra («rifinita» da Juan Jesus) favorisce sì il raddoppio di Quagliarella da angolo, ma subito dopo evita il tris su tacco dello stesso attaccante.

MIGLIORE ATTACCO – Tutta questa fotografia, però, sbiadisce all’improvviso nella ripresa. Entrano Totti e Dzeko e, col centravanti che comincia a giocare meglio sulla linea del fuorigioco e Totti che dà palla di prima in profondità, la Roma crea 8 palle gol nitide (la metà delle quali su assist del capitano) con Strootman, 3 volte con Salah e 4 con Dzeko, che trasforma la prima, forse nell’unico caso in cui Viviano non fa il Superman, meritandosi il giudizio di migliore in campo. La Samp per mezz’ora non riesce più a ripartire, visto che Muriel ha esaurito le energie e l’ingresso di Dodò sulla sinistra apre un’autostrada su cui Florenzi e Salah viaggiano spediti. Grazie però a un finale con baricentro più alto e con Alvarez di nuovo col pallone tra i i piedi, la Samp sembra portare a casa il pari finché Giacomelli non dà un’apertura di credito alla caduta di Dzeko. È il 48’, c’è tempo solo per vedere Totti spiazzare Viviano, la Roma assidersi sul trono del gol col Napoli (9) e Alvarez espulso per insulti all’arbitro. Morale: Samp scavalcata in classifica ma a lungo da applausi; e Roma in stile Dottor Jekill e Mister Hide. Ma il suo futuro si chiarirà solo a seconda di quale due anime riuscirà a prevalere.

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini)



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