Vederlo sabato, mentre lo stadio si stava svuotando, allenarsi con i compagni che non avevano giocato, ha fatto un certo effetto. Come ha sorpreso che, sotto 0-2, Spalletti non abbia pensato ad inserirlo visto che Totti durante la ripresa è stato uno dei pochi che non si è riscaldato. Per carità, Lucio ha le sue idee che vanno assolutamente rispettate. Converrà però che vedere il capitano giallorosso così ai margini, fa un certo effetto. Anche se ha 40 anni. Anche se non corre più come una volta. Anche se non può garantire 90 minuti d’intensità.
SPETTATORE O QUASI – Giovedì la Roma tornerà a Lione dove proprio Spalletti, dieci anni fa, ha scritto (anche) grazie a Francesco una delle pagine più belle del club in Champions. Il tempo passa per tutti. Quindi anche per Totti. Che però, inutile negarlo, un po’ più di considerazione se l’aspettava. Basta vederlo seduto in panchina in quest’ultimo periodo per intuire il suo stato d’animo. Lo sguardo malinconico è più eloquente di mille parole. Essere ormai utilizzato nelle passerelle a fine partita per 7-8 minuti quando si è in vantaggio di 3-4 gol o nelle gare di coppa a coefficiente medio-basso, alimenta l’inevitabile malessere del campione, convinto di poter dare ancora qualcosa.
VICE DZEKO – Anche perché, nelle analisi di questi giorni, si sottolinea come Dzeko non abbia un sostituto nella rosa. Una voce fuori dal coro è quella di Vincent Candela che ieri dai microfoni di Rete Sport ha lanciato una provocazione: «È una bugia, c’è Totti. Fossero capitate anche a lui tutte quelle occasioni, chi mi dice che non avrebbe segnato altrettanto?». Al netto delle opinioni, condivisibili o meno, la Roma apparsa stanca nelle ultime gare, dopo Lione, avrà in campionato un calendario in discesa: Palermo, Sassuolo ed Empoli. Aspettarsi un impiego maggiore per Totti, considerando anche che Dzeko ha già oltrepassato ampiamente quota 3000 minuti in stagione, forse non è un’eresia. Senza polemica.
(Il Messaggero – S. Carina)
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