Conte e Simeone: la Champions della Roma è nelle facce terribili di due tecnici che in Italia conosciamo fin troppo bene. E che, bisogna ammetterlo, spaventano. Sono allenatori che, a prescindere dai risultati, hanno nel loro dna carisma, personalità e ferocia. Condottieri che riescono sempre a trasmettere il loro spirito da battaglia ai giocatori che in campo si presentano a loro immagine e somiglianza. Antonio e Diego, insomma, sono i veri avversari, più degli interpreti di lusso del Chelsea e dell’Atletico che rispettivamente i due allenatori vogliono spingere agli ottavi. Di Francesco, al debutto nella più prestigiosa competizione del nostro continente, li incrocerà in Europa da metà settembre con l’obiettivo di risalire la corrente e di ribaltare il pronostico. I giallorossi, partendo dalla terza fascia nel sorteggio di Montecarlo, sono dunque finiti nel gruppo C insieme con il Chelsea campione in Premier e guidato dall’ex ct azzurro, l’Atletico Madrid finalista nelle edizioni 2014 e 2016 (sempre ko contro il Real, però) e lanciato ai vertici d’Europa dal Cholo (ex centrocampista di Lazio e Inter) e con il Qarabag che, dopo aver vinto 4 titoli di fila in Azerbaigian, partecipa per la prima volta alla fase a gironi.
GRUPPO PEGGIORE – Il primo derby della stagione arriverà in anticipo, già il 12 settembre, ospitando l’Atletico di Simeone. Alla Roma, e non certo per il calendario (anche se il lungo viaggio a Baku per la gara del 27 settembre precede la visita a San Siro per giocare contro il Milan), è andata sicuramente peggio che alla Juve (testa di serie) e al Napoli (in terza fascia come i giallorossi). I campioni d’Italia ritroveranno il Barcellona, eliminato nei quarti di finale della scorsa edizione, ma nel gruppo D affronteranno poi l’Olympiacos e lo Sporting Lisbona che non possono mettere pura ad Allegri; il club partenopeo, superato in scioltezza il playoff contro il Nizza, avrà nel gruppo F lo Skakhtar Donetsk, il Manchester City e il Feyenoord, con Sarri che finalmente sfiderà il mito Guardiola e ovviamente lo farà con il gioco per essere il più bello del reame. Di Francesco ha invece ricevuto dal sorteggio due big, il Chelsea (con l’ex «fratello» Ruediger, come lo chiama Strootman su Twitter, pronto a riabbracciare i vecchi compagni) e l’Atletico appunto, e non una come i suoi due colleghi, il Barça per l’allenatore bianconero e il City per il tecnico azzurro.
ANDRIY RESPONSABILE – Evitiamo di prendercela con Totti, chiamato dal presidente Ceferin per ritirare il premio dell’Uefa alla carriera e coinvolto nel sorteggio in riva al Mediterraneo. E’ stato il suo coetaneo Shevchenko, testimonial di questa edizione (finale in Ucraina, il 26 maggio a Kiev), alle 18,40 a scegliere la pallina che ha partorito l’infernale gruppo C. Solo pochi secondi prima, pescandola come sesta della terza fascia, Francesco ha tirato fuori dall’urna la sfera della Roma, accompagna alla luce dei riflettori dal sorriso dell’ex capitano, Che, sette minuti più tardi, ha alzato al cielo il biglietto con la scritta in teoria innocua: Qarabag Stavolta Andriy ha colpito nel segno, almeno parzialmente, si è fatto perdonare. «Si, è stato lui l’artefice di tutto» ha scherzato poi Totti. «E’ un girone tosto, ma lo sarà anche per loro. Sono tutte squadre da rispettare, come abbiamo sempre fatto, ma le affronteremo a viso aperto». Conte e Simeone li ha già avuti come avversari da calciatore, il primo nelle velenosissime sfide tra la Roma e la Juve, l’altro nei derby (e contro l’Inter): «Loro ci conoscono e quindi sanno che sarà dura pure per il Chelsea e l’Atletico. Sono due top club, ma cercheremo di metterli in difficoltà». «Me l’aspettavo complicato, ma speravo un pò meglio: bisogna rispettare anche il Qarabag» ha ammesso Di Francesco che ha seguito in diretta tv il sorteggio con i giocatori. «Girone difficile, ma entusiasmante. E Conte è fortissimo, tra i migliori al mondo» il commento di capitan De Rossi.
PREMIO ALLA CARRIERA – Totti, prima del sorteggio, è salito sul palco per ritirare l’Uefa President’s Award, riconoscimento che il presidente Aleksander Ceferin assegna personalmente per gli straordinari traguardi raggiunti nel corso della carriera, l’eccellenza professionale e le qualità personali esemplari (solo Rivera e Maldini, in Italia, lo hanno avuto). «Francesco non è stato soltanto un calciatore fantastico. Si è dedicato al suo club per tutta la vita e merita un profondo rispetto da parte mia e dell’Uefa» ha spiegato, durante la consegna, il capo dell’Unione europea del calcio. Emozionato Francesco: «Ringrazio il presidente, sono onorato per questo premio. È il primo che mi dà l’Uefa. Sono orgoglioso per quanto fatto in venticinque anni di carriera. Indossare un’unica maglia è sempre stato il mio sogno e sono riuscito a realizzarlo». In precedenza, sempre al Grimaldi Forum di Moncao, l’ex capitano giallorosso ha fissato il primo obiettivo della sua nuova avventura: «Sono qui in un’altra veste importante, ma diversa da quella di calciatore. Voglio far crescere questa società pure da dirigente. Entrerò in punta di piedi, essendo per me un lavoro del tutto nuovo, ma ho la fortuna di conoscere lo spogliatoio. So bene che non è facile gestire un gruppo di 30 persone. Così mi metto a disposizione a trecento sessanta gradi, con l’allenatore e con tutti i giocatori, dalla Primavera alla prima squadra. Sarò pronto a dare sempre il mio contributo, dentro e fuori Trigoria». Premiati anche i protagonisti dell’ultima edizione della Champions: Buffon (portiere), Sergio Ramos (difensore), Modric (centrocampista) e Ronaldo (attaccante). Il portoghese, con i suoi 106 gol nel principale torneo del nostro continente, è per l’Uefa anche il calciatore dell’anno. Quattro campioni in campo nella finale dello scorso 3 giugno a Cardiff, tre del Real di Zidane che ha alzato in Galles la sua dodicesima Champions, battendo la Juve di Allegri. L’olandese, attaccante del Barça, Lieke Martens è invece la migliore giocatrice.
(Il Messaggero – U. Trani)
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