Rassegna stampa
Totti più De Rossi, Friedkin prova a rialzare le due bandiere
NOTIZIE AS ROMA TOTTI DE ROSSI – Per un motivo o per un altro, se ne sono andati, allontanati (De Rossi, non gli è stato rinnovato il contratto da calciatore e non ha accettato un ruolo da dirigente) o costretti all’allontanamento (Totti, è stato per più di un anno dirigente, fino a dimettersi, sfinito dal rapporto con Pallotta e non solo). Oggi, con il vento che tira da un’altra parte, c’è (meglio ci sarà) la possibilità (o per qualcuno la sola speranza) che entrambi possano tornare nel loro luogo naturale, Trigoria.
Non è affatto scontato, perché sia Francesco sia Daniele stanno camminando per conto proprio in questo momento. De Rossi vuole fare l’allenatore e questo non sarà necessariamente alla Roma, Totti ha una società di scouting e ha cominciato a tirare dentro piccoli talenti (l’ultimo arrivo, Cristian Volpato della Roma U17), magari campioncini del futuro.
È chiaro che le porte della Roma tornano ad aprirsi per entrambi e, con la nuova proprietà, lì davanti ci sarà qualcuno che li faccia rientrare, capendo fin da subito l’importanza dei simboli in una città come Roma e in una tifoseria come quella della Roma. Queste due vecchie bandiere avranno sempre significato per gli appassionati romanisti, che va oltre le loro gesta sportive. Tutti e due hanno un punto in comune: le divergenze con il vecchio presidente, Jim Pallotta.
Senza di lui tutto può cambiare, tutto può tornare ad essere come una volta. I Friedkin, Dan e Ryan, padre e figlio, sono pronti a riportare a Trigoria entrambi, un progetto ambizioso («felice di far parte della famiglia Roma. Famiglia non company», il tweet di Ryan, che fa capire come ci sia – per ora almeno – la voglia di valorizzare un sentimento), che ha in questo momento delle criticità. È chiaro che De Rossi in questo momento non può ancora esercitare il ruolo di allenatore, mentre Totti dovrebbe lasciare (nelle mani di altri) il suo attuale lavoro.
La differenza sta nel modo di interpretare l’impresa tra Pallotta, il passato e Friedkin, il presente. Jim aveva la visione da investitore puro, una gestione più fredda, ed inevitabilmente si è messo contro i personaggi più pesanti, quelli che piacciono e piacevano alla gente. Una gestione manageriale, che fondava le basi su professionalità fredde non necessariamente romane, non ex calciatori. Non era una priorità. Friedkin ha una visione dell’azienda ad ampio respiro, tant’è che non si occupa solo di macchine, ma spazia dal cinema al turismo. Roma può unire tutto.
Roma è il marchio da esporre e da abbinare a delle immagini forti, che appartengono, appunto, ai colori giallorossi quindi alla Città Eterna. La parola d’ordine: ripristinare il senso di appartenenza, che nell’ultimo periodo è venuto a mancare. Ed ecco che Totti e De Rossi, possono tornare a far parte della famiglia Roma, presto o tardi, perché loro sono i simboli per eccellenza. È un’intenzione, per ora, non una regola categorica.
Totti è uscito dalla porta e rientrerebbe percorrendo il tappeto rosso, perché con la nuova gestione potrebbe fare quello che ha sempre voluto fare: ovvero, Totti, se stesso. L’uomo immagine, il dirigente di riferimento, quello che attira lo sponsor, l’amichevole prestigiosa, lo spot, il video, il click etc. E questo Firedkin lo sa. Non dovranno esistere gelosie, non dovranno esserci coloro che contavano le ore in cui l’ex capitano stava a Trigoria o quelle in cui giocava a paddle.
De Rossi potrebbe tornare un giorno solo con un ruolo tecnico, da allenatore. O partendo dalle giovanili, come gli ha proposto il Bologna, o come tecnico della ripartenza. Il lockdown ha rallentato i suoi piani, il patentino non è stato ancora preso. Ci vorrà tempo, ma la sensazione è che prima o poi, l’uno, l’altro, o entrambi possano tornare ad essere persone gradite per la nuova Roma. I Friedkin ci lavoreranno. Ma le due bandiere, non da molto ammainate, potranno, forse, essere risollevate.
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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