«Alla fine del campionato saprete tutto». Pensieri e parole di Francesco Totti, chi chissà, magari prepara la sorpresa. Andiamo con ordine. Succede che una sera, nell’anti-vigilia di Milan-Roma e nel post dichiarazioni di Monchi e Jim Pallotta, il capitano decida di prendere i suoi amici Radja Nainggolan e Guido Nanni, il figlio Cristian (in più Martin Castrogiovanni) e di andare a vedere la Virtus Roma, impegnata in gara tre dei play off contro Ravenna (partita che lascerà al terzo/quarto: prima del fischio d’inizio aveva ricevuto la maglia gialla e rossa della Virtus – che ha battuto Ravenna 90-79 – con il 10 e la scritta Totti). Succede, quindi, che Francesco diventi il protagonista della serata del Pala Tiziano, perché di lui si è parlato tanto in questi giorni (e negli ultimi venticinque anni…) e su di lui finiscono sguardi e microfoni. La domanda è sempre la stessa: che fa, ha deciso che cosa farne del suo futuro? E quando lo deciderà? Soprattutto, quando lo dirà? Francesco sa perfettamente quello che pensa la società, che farà valere quanto scritto in sede di annuncio del suo rinnovo, che risale a quasi un anno fa: per Pallotta & company, Totti non farà parte della Roma del prossimo anno. Questo era chiaro, ora è evidente. E il presidente stesso ha confermato come il capitano sapesse già tutto che farà il dirigente al fianco di Monchi.
IL VERBO ATTESO Il mondo del calcio lo ha salutato e ieri, da Sarri a Mancini, fino al suo ex allenatore Garcia, hanno voluto ricordare come ora manchino solo le sue parole. E il verbo di Totti non c’è ancora, doveva arrivare la settimana scorsa ma poi non se l’è sentita, anche un po’ per orgoglio, di dare soddisfazione a chi vuole farlo smettere, e per forza, di giocare a pallone. Al Pala Tiziano, ieri sera, quando un cronista gli si è avvicinato chiedendogli conto del suo futuro, ha risposto: «Non c’è trippa per gatti…». Chissà se ce l’aveva con il cronista o con il pezzo di mondo che lo sta spingendo al ritiro dalla Roma? Non lo sapremo mai, si va ad interpretazioni. Il suo amico Maurizio Costanzo, ad esempio, è convinto che giocherà altrove. Totti poi, più seriamente, ha precisato che il momento di tirare fuori il sacco sta per arrivare. «Saprete tutto tra una ventina di giorni. Parlerò a fine campionato. Avete aspettato un anno, quindi, potete aspettare ancora ventitrè giorni…». Bisogna attendere il 28 maggio, ultima della Roma in casa contro il Genoa. Totti quella partita la giocherà, chissà se davvero sarà l’ultima per lui. Di sicuro sarà l’ultima con la maglia della Roma, visto che i dirigenti vecchi (Pallotta, Baldissoni e Massara) e nuovi (Monchi) lo hanno confermato anche di recente. Se sarà l’ultima da calciatore vuole dirlo lui. La Roma gli propone di fare il direttore tecnico, gli piacerà? Forse. Poi in questi giorni si definirà anche il futuro di Spalletti, che alla fine andrà via: e comunque se c’è uno non c’è l’altro e viceversa. Siamo alle teorie e a quanto annusato fino a ora. Poi, visto che ormai è stata legalizzata la bugia nelle dichiarazioni, tutto può cambiare.
LUCI A SAN SIRO Intanto oggi Totti si aggregherà alla squadra che domani dovrà affrontare il Milan del suo amico Montella a San Siro. Molti tifosi rossoneri andranno anche per salutare l’ultima del capitano della Roma. L’ultima comunque, anche se non dovesse scendere in campo nemmeno per gli ormai famosi (e tristi) 6 minuti. San Siro è il suo secondo stadio, quello in cui ha segnato di più (Olimpico a parte), 14 reti, dove ha ricevuto i maggiori attestati di stima, più di una standing ovation. San Siro è lo stadio dei ricordi, della doppietta al Milan in coppa Italia, all’Inter due anni fa, del pallonetto pazzesco a Julio Cesar, dei successi in Supercoppa e sempre in Coppa Italia. Lui alla Scala è sempre stato attore protagonista, il pubblico del Milan ha il palato fine e lo sa. Sa riconoscere il campione saprà salutarlo come merita. Standing ovation. Comunque.
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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