(Leggo – F. Balzani) Un anno fa Francesco Totti aveva già il groppo in gola e gli occhi lucidi. Mancavano tre giorni, infatti, al 28 maggio. All’ultima partita di una carriera ineguagliabile. Era inizio estate, faceva caldo come oggi. C’erano Spalletti e tante spine nel cuore da togliere. Acqua passata. Oggi l’ex capitano (l’unico per i tifosi giallorossi) ha tutto un altro sorriso. È un dirigente felice, inserito pienamente nel progetto tecnico della Roma dopo i primi mesi di fisiologico imbarazzo. Merito suo, che ha imparato rapidamente un nuovo mestiere accettato per amore di Roma mentre da tutte le parti del mondo (dalla Cina agli Emirati passando per gli Usa) arrivavano offerte faraoniche. Ma merito pure di Monchi e Di Francesco che lo hanno fatto sentire anello fondamentale di un trio che in queste ore sta studiando come rinforzare la Roma.
Nei summit di mercato, infatti, è presente spesso anche il numero 10 che ha rinviato le solite vacanze a Sabaudia proprio per dare il suo contributo nell’operazione colma il gap con la Juve. Il ds spagnolo ha parlato subito la sua lingua, facendolo sentire importante non solo per il suo passato ma anche per quello che poteva dare in futuro. Con Eusebio poi c’è da anni un rapporto vero, fatto di fiducia e reciproca stima. Si consigliano, si difendono, si sono fatti forza l’un l’altro nei momenti difficili di questa stagione quando l’opinione pubblica criticava il tecnico per presunta immaturità e l’ex capitano per assenteismo. In realtà Totti è stato presente in casa e in trasferta, ha supportato il gruppo, è rimasto in uno spogliatoio che lo ascolta e venera. Ha esultato, e pianto di gioia dopo il 3-0 al Barcellona. Ha suonato la carica dopo la sconfitta col Liverpool.
Dirigente quindi, ma senza cravatta. E a volte con gli scarpini. Perché Totti di smettere di giocare a calcio non ci pensa proprio. Lo dimostra l’attenzione che riserva ancora oggi alla dieta: niente dolci, niente alcol e il giusto quantitativo di pasta (preferibilmente rigatoni, ma rigorosamente pomodoro e basilico). E che sia in forma lo si è visto nelle tante amichevoli di lusso a cui ha preso parte quest’anno: l’ultima nella serata d’addio a Pirlo di lunedì scorso dove ha placato la sete di assist di un ancora indemoniato Pippo Inzaghi. Senza contare le partite di calcio a 5 al Circolo Canottieri Aniene, dove si diverte a far segnare il presidente del Coni Malagò. Insomma non sarà un anniversario triste per Francesco Totti. Magari si rivedrà il film di quel Roma-Genoa, forse scenderà una lacrima ma stavolta senza singhiozzi. Perché, oggi come ieri, Totti è la Roma.
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