James Pallotta e Francesco Totti

Tra incastri da trovare e un mercato da terminare, la Roma che domenica a Bergamo taglierà il nastro della nuova stagione, si specchierà in tre figure che fanno rima con appartenenza e passato vincente. La prima uscita ufficiale contro l’Atalanta vedrà infatti sulla panchina giallorossa Di Francesco, con in campo da capitano – ormai con tutti i gradi e ristabilito dopo un fastidio muscolare – De Rossi. E in tribuna, all’esordio da dirigente, Francesco Totti. È la presenza dell’ex numero dieci al seguito della squadra a regalare una malinconica certezza e un punto di riferimento importante al resto del gruppo, che lo conosce e di lui si fida. È Totti a garantire per quello che è stato un suo compagno di squadra nell’anno dello scudetto, quell’Eusebio con il quale non si è mai perso di vista negli ultimi anni.

Totti come collante e muro a protezione di una Roma che in mezzo al campo avrà De Rossi, designato suo erede da tempo, quasi un alter ego, con il quale è rimasto in contatto tutta l’estate, per rendere meno amaro il distacco dal campo. D’altra parte basta guardare il video, diventato in breve virale sul web, del lancio millimetrico di Francesco, nonostante il vento, da una barca all’altra a Ponza, per rendersi conto di quanto il pallone sia ancora parte del suo modo di vivere e pensare. Sul fronte mercato restano le perplessità di Di Francesco, che a Bergamo non avrà ancora il vice-Salah e dovrà schierare Defrel, mentre il sostituto di Dzeko è, al momento, Tumminello.

La questione Mahrez sembra bloccata, anche se fino alla prossima settimana non si faranno scorrere i titoli di coda. Sulla sinistra ci sarà Perotti, con El Shaarawy che partirà quasi sicuramente con il gruppo, dopo un’estate vissuta da spettatore per il problema alla schiena. Il Faraone è tornato in gruppo un paio di giorni fa, alla ripresa degli allenamenti di Ferragosto, e, dopo due giornate di lavoro con i compagni, non ha avvertito dolore. Una buona notizia per il tecnico, che potrà contare, anche in corsa, sull’aiuto dell’attaccante che non ha mai potuto provare in amichevole. In difesa si va verso una linea con Peres e Kolarov esterni, Manolas e Moreno (oppure Juan Jesus) centrali.

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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