(Il Messaggero – A. Abbate) Un frullato di storia del derby. Da quando è possibile farlo, la Nord ricorda tutti gli ingredienti: dall’Alba alla Fortitudo, passando per la Pro Roma. Chi più ne ha, più ne metta. Sbandierate in faccia alla Sud le tappe della fusione giallorossa avvenuta nel ?/?/1927, secondo un ironico striscione posizionato sopra la balaustra. Nella capitale d’Italia c’è solo la Lazio che, prima del fischio d’inizio, viene caricata a palla da questa maestosa coreografia col 1900 lungo tutta la Curva e i Distinti e lo scudetto biancoceleste con l’aquila in assenza della reale Olympia – al centro. Sotto, ecco un verso d’amore: «Ciò che nasce puro, più grande vivrà». Ed è interminabile infatti il boato all’inchino della squadra. De Rossi e compagni invece vanno sotto la Sud, che replica con i monumenti più importanti della città e la scritta tratta dalla terza elegia di Goethe: «La lupa i gemelli nutre e si chiama Roma la sovrana del mondo». Calamita delle popolazioni più disparate. Così in mezzo a tanti romani, in un Olimpico rivestito a festa, s’intravedono pure chiome bionde nordiche con sciarpe e bandiere, visi di turisti passati per caso. Perché forse quest’antico appuntamento è ritornato divertente persino allo stadio. Niente più barriere a respingere le Curve, il clima è nuovamente goliardico.
VIP IN TRIBUNA – Fischi continui per l’ex traditore Kolarov, che con la maglia biancoceleste aveva segnato un gol decisivo per la Lazio in una stracittadina finita 4-2. Anche questa sfida fa rivivere le solite emozioni, si sentono proprio 55mila palpitazioni. Arrivate persino da lontano: ci sono per l’occasione Lazio club di tutto il mondo presenti all’Olimpico. E c’è pure il panzer Klose a tifare per la sua ex squadra dopo l’addio burrascoso: i tifosi non hanno dimenticato la sua danza fra i lupi al 92′ di un derby famoso. Pure le famiglie dei giocatori in campo presenti in tribuna, coi Leiva’s children in pantaloncini e maglietta biancocelesti. Il ct Di Biagio in questo caso è neutro, non può tifare Roma, così s’accomoda accanto a Corradi e Mauri sulla poltrona. Nonostante la bocciatura alle urne, Lotito invece parlotta con tutti i politici. Poco importa che Gasparri sportivamente faccia parte dei nemici.
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