Bruno Conti

E’ il decennio del passaggio dall’era Viola a quella dei Sensi, quella della trasformazione dello stadio Olimpico per Italia Novanta, con una stagione tutta cuore e polmoni vissuta al Flaminio (89-90), dietro la corsa indimenticabile di Rudy Voeller, sbarcato nella capitale l’estate dell’87.

Sullo sfondo l’immagine di Giuseppe Giannini, anima romanista di anni complicati, ma anche vincenti, tra trofei conquistati e occasioni perse. Il tutto simboleggiato dalla coppa Italia alzata da Flora Viola a Genova. Era il 19 gennaio del ’91 quando muore Dino Viola e la presidenza temporanea passa alla dolcissima moglie. Che prima di lasciare il club amato dal marito, vince una coppa Italia. È il 30 maggio del ’91, la Roma batte i blucerchiati per 3-1 ed è proprio la signora Viola ad alzare il trofeo a Marassi visibilmente commossa, per quella che è una delle immagini più belle e commoventi della storia giallorossa. Come ideale passaggio di consegne, la coppa venne passata a Ciarrapico, che intanto aveva rilevato il club.

Alla conclusione di quella stagione, la Roma disputò anche la doppia finale di coppa Uefa contro l’Inter, con la vittoria in casa per 1-0 risultata inutile vista la sconfitta dell’andata (2-0). Ventiquattrore dopo l’Olimpico si riempie però di colore e amore per l’addio al calcio di Bruno Conti.

Già, perché questo decennio vedrà ammainarsi ben due bandiere: il campione del mondo di Nettuno, amatissimo dalla gente, decide di appendere gli scarpini al chiodo, dopo aver vissuto un rapporto non facile con Ottavio Bianchi, segnando la fine della sua carriera con il simbolico lancio in curva sud di uno scarpino, nella straziante serata della festa organizzata per il suo addio. E poi l’allontanamento dalla Capitale di Giannini, il cui rapporto col nuovo presidente, Franco Sensi, è stato difficile fin da subito.

Sensi rilevò la Roma da Ciarrapico, inizialmente con Mezzaroma, il 15 maggio del 1993, per poi diventarne proprietario unico sei mesi dopo (9 novembre 1993). Giannini lasciò la Roma nell’estate del ’96 tra le polemiche. L’annata si conclude con la storica partita contro lo Slavia Praga, persa ai supplementari. Quella gara segnò anche il destino di Mazzone, che lasciò Roma, per l’arrivo di Carlos Bianchi e poi Zeman. Ma questo decennio segna anche l’esordio di Francesco Totti in serie A. La squadra giocava in trasferta a Brescia. Era il 28 marzo del 1993, al 42’ minuto sul 2-0 per la Roma, Boskov decide di far entrare l’allora sedicenne attaccante cresciuto nelle giovanili di Trigoria.

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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