Rassegna stampa
Tra Pallotta e Friedkin trattativa negli States
NOTIZIE CESSIONE AS ROMA FRIEDKIN – Una settimana, dieci giorni al massimo, e poi la Roma conta di ufficializzare la chiusura con il gruppo Friedkin per l’ingresso in società. A meno che, a questo punto a sorpresa, il banco non salti. In attesa di trovare il definitivo accordo economico e di capire quanto sarà effettivamente l’impegno del gruppo texano, in queste ore si continua a trattare con gli States come base di tutto quello che verrà deciso. Questa dovrebbe essere la settimana chiave, con le parti che entro metà mese vorrebbero raggiungere l’accordo quadro su cui preparare i passi futuri. I contratti e le firme, quindi.
Fienga a gestire il presente e il futuro
Di certo sarà l’attuale management, con in testa il Ceo Guido Fienga, a gestire il presente e il futuro (Fienga, tra l’altro, oggi sarà sentito con Longo dalla Procura per il caso-Petrachi). Intanto, gli avvocati di Friedkin stanno per completare la due diligence e poi si passerà agli atti formali, considerando che l’aumento di capitale (a cui lo stesso Friedkin parteciperà se tutto andrà in porto, ma la prima parte sarà in ogni caso a carico di Pallotta) andrà eseguito entro il 31 dicembre 2020. In tutto questo, un ruolo chiave è quello dello stadio a Tor di Valle, che un giorno sembra ad un binario morto mentre il giorno dopo sembra ad un passo dalla svolta.
La replica
In attesa che arrivi in Aula, ma comunque non prima di febbraio del 2020, Friedkin continua a trattare con Pallotta, e nel frattempo ha voluto chiarire la sua posizione sulla presunta evasione fiscale: «Le Società Friedkin in Tanzania hanno operato per oltre 35 anni. Non abbiamo mai portato soldi fuori dal Paese: abbiamo pagato miliardi di scellini in tasse e investito miliardi nelle comunità locali. Ci opponiamo ai recenti, falsi e ingannevoli articoli che hanno l’intento di divulgare disinformazione sulle operazioni delle nostre aziende».
(Gazzetta dello Sport)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA