ULTIME NOTIZIE AS ROMA MANCHESTER UNITED SOLSKJAER – Ole Gunnar Solskjaer giocò una delle ultime partite della sua carriera la sera del 10 aprile 2007 e del 7-1 sulla Roma. Entrò al 61’ al posto di Ryan Giggs, l’ex fuoriclasse gallese in attesa di giudizio per aggressione alla ex fidanzata, scrive La Gazzetta dello Sport.
Il norvegese è uno dei simboli del Manchester United di Alex Ferguson e firma di una straordinaria conquista della Champions League, nella finale del 1999 a Barcellona, quando al 90’ era 1-0 per il Bayern e tra il 91’ e il 93’ i gol di Teddy Sheringham e Solskjaer, quest’ultimo in spaccata, ribaltarono il risultato e consegnarono il trofeo ai Red Revils.
Dopo il ritiro nel 2007, l’ex attaccante lavorò nell’accademia dello United dal 2008 al 2011, per poi fare il salto in prima squadra, tra Molde e Cardiff. Nel 2018, il ritorno al Manchester United, per sostituire José Mourinho: una scelta, quella di Solskjaer, caldeggiata da Ferguson. Al netto dell’esperienza e dei caratteri diversi – più compassato il primo, più focoso lo scozzese -, la filosofia manageriale è la stessa: tattica il giusto e senza esagerare, modulo di base e scelte di formazione ben marcate, pallino ai talenti.
Nella presentazione ufficiale del 2018 Solskjaer parlò del profondo legame che unisce i due: «Sir Alex è stato il mio mentore. Da lui ho appreso un po’ tutto: la conduzione di un gruppo di 25 giocatori, il modo di affrontare le persone, il metodo di lavoro. Quando ho bisogno di qualche consiglio mi rivolgo a lui».
Solskjaer ha svelato di recente un aneddoto della doppia sfida con la Roma del 2007: «All’andata perdemmo 2-1, ma Ferguson nello spogliatoio apparve quasi felice. Era fiducioso e convinto di ribaltare il risultato al ritorno. Rimasi colpito dalla sua sicurezza. La Roma? Quando una squadra arriva in semifinale, va rispettata e la Roma merita la massima attenzione. Ha giocatori di valore e qualcuno, come Smalling e Mkhitaryan, lo conosciamo bene».
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