La striscia della Roma di tre sconfitte consecutive fra campionato e Coppe (Lazio, Napoli e Lione) sembra essere la fotografia di un esercito in perenne attacco, che ad un certo punto però si accorge che le linee di rifornimento sono tagliate. Questo filotto negativo sia il secondo peggiore vissuto da Luciano Spalletti nelle sue cinque stagioni e mezzo in giallorosso. Di peggio aveva fatto solo tra il 5 ottobre e l’1 novembre 2008, quando i k.o. consecutivi furono 5: Siena-Roma 1-0; Roma-Inter 0-4; Chelsea-Roma 1-0 (Champions); Udinese-Roma 3-1; Juve-Roma 2-0. In realtà, ci sarebbe anche un’altra striscia di tre sconfitte, dal 13 al 20 maggio 2007 (Roma-Torino 0-1, Inter-Roma 2-1 e Cagliari-Roma 3-2), ma la seconda partita fu in realtà un grande successo, perché era la finale di ritorno di Coppa Italia e la Roma, che aveva vinto 6-2 all’andata, pur perdendo trionfò a San Siro.

Il fatto che la squadra spumeggiante nelle ultime due settimane sia sparita è un dato di fatto. Perciò non sorprende che alcuni giallorossi, di cui per correttezza non facciamo il nome, abbiano confidato ai loro entourage e a dei colleghi di altre squadre una semplice verità: «Siamo stanchi morti». Nel ventre dello spogliatoio i sussurri delle solite fonti raccontano come i giallorossi dicano: «Ogni anno è sempre la stessa storia, finisce sempre male…».

Il messaggio che ieri, dopo la disamina del match, Spalletti ha comunicato al gruppo è stato ovvio: «Non dovete mollare. Tutto è ancora aperto, e sia con la Lazio che col Lione possiamo ribaltare il risultato».

(Gazzetta dello Sport)



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