Alessandro Florenzi

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Era iniziata con la contestazione al presidente Pallotta e al d.g. Baldissoni, con tanto di dollari con la faccia del numero uno giallorosso distribuiti all’ingresso dello stadio. È finita con i fischi ai giocatori e un coro: «Vi romperemo il c…», che ha riportato alla mente la sconfitta contro la Fiorentina dell’era Garcia, quando i giocatori andarono sotto la curva per chiarirsi – più o meno, con toni tutt’altro che concilianti – con i tifosi. Ieri sera no, la Sud ha chiamato la squadra, ma i giocatori, tranne Florenzi e Nainggolan che per un attimo ci hanno pensato, sono andati di corsa negli spogliatoi. «Anni fa – ha spiegato il capitano della partita contro la Sampdoria – ci hanno suggerito di non farlo, perché si sarebbero potuti creare momenti di tensione, ma noi ai nostri tifosi siamo legati: i fischi li meritiamo, la loro amarezza è anche la nostra».

TUNNEL – Amarezza è forse riduttivo per descrivere lo stato d’animo dei romanisti, da settimane in una sorta di frullatore tra i big sul mercato e i risultati che non arrivano. Quasi nessuno se lo aspettava, dopo il primo posto nel girone di Champions e il buon avvio di stagione, ma all’Olimpico ieri la tensione si tagliava col coltello. La Sud se l’è presa con proprietà e dirigenza (non Monchi, però, di Totti neanche a parlarne), ma pure nel resto dello stadio il clima era teso, tanto che ai palchetti della Monte Mario c’erano 8 tifosi con una maglietta: «Vendesi: giocatori a scelta». Un ambiente ormai di fuoco, con una squadra incapace di reagire: «In questo momento – ha detto ancora Florenzi -, siamo in un tunnel e non vediamo una luce, uno spiraglio. Dobbiamo invertire la tendenza e girare la ruota, ma andiamo avanti a testa alta».

TENSIONE – Detto che per lo stesso Alessandro non è stata una serata facile, tra il rigore sbagliato e il lieve malore – per fortuna senza conseguenze – che ha colpito il papà Luigi al momento dell’errore dal dischetto, è impossibile non pensare che non doveva essere lui a calciare: «Era il secondo che tiravo in A, ho sbagliato, amen, ma non mi abbatterà, ho passato di peggio». Dopo Florenzi, anche l’a.d. Gandini, ha ammesso che «il periodo è più lungo di quello che potevamo immaginare. Abbiamo perso sicurezze, ma dobbiamo tutti remare dalla stessa parte». A vedere la barca in tempesta ieri sera, sembra questa la cosa più complicata.



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