Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – L. Valdiserri) È il momento dei dubbi. La sconfitta in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk — primo tempo quasi perfetto, ripresa in cui i giallorossi hanno rischiato il tracollo — ha lasciato i segni. Eusebio Di Francesco, giustamente, ha voluto chiarire che non c’è stato un processo alla squadra, tanto meno ai «senatori». Difendere il gruppo è sempre il primo dovere per un allenatore. Però i temi di discussione sono stati tanti: dal turnover al modulo, passando per il ritornello delle «motivazioni e della continuità».

La Roma ha speso molto nel gelo ucraino e questa sera potrebbe esserci la sorpresa di Patrik Schick titolare al posto di Dzeko. Il ceco doveva essere l’acquisto più importante del mercato estivo (fino a un massimo di 42 milioni, ma pagabili in comode rate), ma è rimasto impigliato tra infortuni e un feeling mai scattato con Di Francesco. È stato utilizzato solo 372 minuti in campionato ed è ancora alla ricerca del primo gol (ne ha fatto uno, ma in Coppa Italia). Dzeko, al contrario, è l’unico giallorosso che è stato utilizzato in tutte e 33 le partite fin qui disputate tra Italia e Europa, secondo come minutaggio (2.804 minuti) dietro ad Alisson (2.880). «Non ho ancora scelto — ha detto il tecnico —. Schick potrebbe giocare dall’inizio, ma come tanti altri, perché si è allenato con continuità. Lui e Dzeko possono ricoprire il ruolo di centravanti, Defrel è un jolly d’attacco».

Possibile un turno di riposo per Florenzi, uscito stremato dall’influenza intestinale che lo ha colpito alla vigilia di Shakhtar-Roma. Per «coprire» di più Bruno Peres, però, è possibile che Di Francesco torni al primo amore, cioè il 4-3-3. Lo stesso modulo che adotta il Milan e che permetterebbe alla Roma di giocare la partita «a specchio». In questo caso, Nainggolan farebbe la mezzala: «Deve ritrovare forza e determinazione, al di là del sistema di gioco. Avrei voluto che Radja, da trequartista, facesse dieci gol, ma io voglio soprattutto il bene della Roma e per me è sempre più importante la squadra del singolo. Ha avuto qualche problema al polpaccio, ma nell’ultima gara i suoi dati sono stati molto buoni: è stata una delle sue migliori prestazioni a livello fisico. Poi, a livello tecnico/tattico, è un altro discorso».



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