(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Sarà dura, eccome se sarà dura. Ma forse è proprio per questo che Edin Dzeko ci vuole credere, perché poi da perdere lui e la Roma stasera hanno davvero poco. Nel senso che l’obbligo di vincere e di passare il turno tocca ad altri e cioè al Barcellona, esattamente come l’obbligo di segnare e trascinare i propri compagni spetta a quei due lì, Messi e Suarez. Ma c’è una statistica che a Dzeko proprio non va giù e che vuole iniziare a correggere. E cioè il fatto di non aver mai vinto una volta contro il Barcellona. Niente, un solo pari in cinque sfide personali e quella sesta dove non ha giocato (era in panchina con il City, nel ritorno degli ottavi della Champions 2014-15) che è finita esattamente come tutte le altre: catalani con le braccia al cielo, citizens delusi e sconfitti. Ecco, paradossalmente se c’è un momento in cui Dzeko ha iniziato a cambiare le carte in tavola in questa sfida personale con il Barcellonaè proprio da quando è alla Roma. Nonostante quel 6-1 del 2015 che ancora non gli va giù. Ma che era stato preceduto, appunto, dall’unico sorriso raccolto fin qui, l’1-1 dell’andata (quello dell’eurogol di Florenzi).
UOMO CHIAVE – E se c’è una possibilità che la Roma oggi possa davvero provare a far male al Barcellona è tutta legata al suo centravanti. Se sta bene Dzeko, sta bene anche la Roma, altrimenti si rischia di impantanarsi strada facendo in chissà quali paludi. E non è neanche un caso che il bosniaco sia entrato in più della metà dei gol segnati dai giallorossi in questa edizione di Champions, esattamente il 55% (4 gol e 2 assist nel totale di 11 reti realizzate). E’ semplicemente il teorema di un giocatore fondamentaleper tutti gli equilibri gliallorossi.
IL SOGNO – «Il Barcellona è favorito, ma ognuno di noi darà il meglio di sé – ha detto Dzeko durante l’ultima pausa delle nazionali –. Se giochiamo da squadra possiamo fare qualcosa di buono. Giocheremo senza pressioni, mettendoci l’anima, senza arrenderci mai. La Roma non ha nulla da perdere. Anzi, c’è solo da guadagnarci». Che poi non è neanche il duello con Messi e Suarez a stuzzicarlo davvero fino in fondo, almeno non quanto il sogno di arrivare in Champions dove non è mai arrivato prima. E cioè in semifinale, traguardo che non ha mai neanche sfiorato prima, visto che con il City si era sempre fermato massimo agli ottavi. Per inseguire quel sogno, però, servirà davvero il miglior Dzeko. Se non di sempre, quasi.
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