Rassegna stampa
Tutto il tifo sta con Mourinho, ma alla Roma serve volare tra le grandi
AS ROMA NEWS NAPOLI MOURINHO MAZZARRI – Di sicuro ci sono solo due cose, ma che pesano tantissimo. La prima è che a fare la valigia ci metterebbero un attimo, la seconda è che sarebbero attanagliati dalla nostalgia. José Mourinho e Walter Mazzarri – dopo essersi punzecchiati in passato (da «fenomeno mediatico» al confronto fra «asini e purosangue») si avvicinano alla sfida tra Roma e Napoli coltivando sentimenti simili e opposti, scrive La Gazzetta dello Sport.
Le affinità sono legate alla passione che hanno assorbito per i colori che hanno addosso e il ruolo decisivo che la qualificazione Champions potrebbe avere per il loro futuro. Le differenze, invece, sono da ricercare nel rapporto contingente che l’allenatore portoghese e quello toscano vivono con i rispettivi tifosi.
Qualunque risultato esca dall’Olimpico, non ci sarà nessun sostenitore giallorosso che soffrirà di nostalgia per un allenatore del passato. Discorso diverso, invece, per Mazzarri, anche lui rimasto schiacciato finora – come sarebbe successo a tutti – dall’ombra di Luciano Spalletti.
Se a giugno il Napoli cambiasse guida tecnica, è probabile che le lacrime si asciugherebbero in fretta. L’addio di Mourinho, invece, sarebbe destabilizzante per tutto l’ambiente, perché lo Special One ha compattato il mondo del tifo come a nessuno era riuscito. Per questo José, domenica, si è potuto permettere di lanciare un appello che però è suonato anche come un avviso ai Friedkin.
Il senso è stato questo: io alla Roma sto benissimo, capisco e accetto le difficoltà economiche, perciò sono disponibile ad accettare anche un progetto fatto di giovani, ma per conoscere il mio futuro non voglio attendere troppo: al massimo febbraio. La risposta della proprietà è stata altrettanto chiara: per ora in agenda non sono previsti incontri per il rinnovo dei contratti.
Meglio restare concentrati, perché la squadra è attesa da un filotto di partite importanti. Esatto: in campionato sono in programma i match contro Napoli, Juventus, Atalanta e Milan, mentre in Coppa – eliminando ragionevolmente la Cremonese – ci sarebbe un nuovo derby contro la Lazio.
Finita qui? Non proprio, visto che a febbraio ci sarà la doppia sfida di playoff di Europa League contro il Feyenoord. Morale: fra due mesi – cioè in linea con in tempi dettati da Mourinho – la Roma potrebbe essere alle stelle oppure nelle peste, annusando l’aria del fallimento, anche se questo non intaccherebbe lo zoccolo duro popolare della volontà di riconferma dell’allenatore-imperatore.
Eppure la partita di domani è di quelle che, in un senso o nell’altro, possono dare una svolta alla stagione. Al di là della passione, una prova incolore farebbe lievitare i dubbi dei Friedkin, che hanno ricordato a tutti che solo nella stagione 2022-23 hanno speso per il club qualcosa come 232,5 milioni. Come dire, a investimenti da Champions occorrerebbe che corrispondessero ricavi da Champions.
Per farlo, cioè per riavvicinarsi alla zona nobile della classifica, il tecnico portoghese ritrova Romelo Lukaku. Il peso specifico dell’attaccante belga è senza confronti in questa squadra, basti pensare che senza di lui la Roma non ha mai vinto (con lui invece 7 volte) e la media punti passa da 1,8 a partita a 0,3. Un universo di differenza. Morale: davanti a un Olimpico tutto esaurito, Mourinho proverà a sfatare il tabu delle grandi (Inter, Juve, Milan, Napoli e Atalanta) che lo attanaglia da quando è alla Roma, visto che il bilancio è deficitario.
In 27 incontri le vittorie sono state appena 5, i pareggi 6 e le sconfitte 16. Dei potenziali 81 punti a disposizione la Roma ne ha conquistati appena 21. E quest’anno il bilancio non è migliore. In tre sfide contro le big (Milan, Inter e Lazio) la squadra ha ottenuto solo un punto. La svolta è dietro l’angolo?
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