Un avvocato per difendere l’Uefa dagli scandali. E’ Aleksander Ceferin il nuovo presidente, l’erede di Platini costretto alle dimissioni lo scorso maggio, quando il Tas aveva confermato la sua squalifica (ridotta a quattro anni, inizialmente era stata di otto e poi di sei). Una scelta radicale, dunque, annunciata già alla vigilia. Battuto l’olandese Van Praag (fermo a 13 preferenze), il 48enne sloveno diventa numero uno del calcio europeo con 42 voti. Fra questi, decisivo quello dell’Italia: «L’elezione di Ceferin è un ottimo risultato per il calcio europeo e premia un progetto costruito negli ultimi mesi con il contributo fondamentale della Figc. Siamo stati i primi sostenitori dell’ormai ex numero uno del calcio sloveno, insieme a lui vogliamo costruire una nuova UEFA più partecipata e meno verticista. L’Italia si è fatta portatrice con successo di istanze di cambiamento che hanno convinto tante altre Federazioni», esulta Tavecchio. Perché incassa i frutti della sua strategia diplomatica. Evelina Christillin entra nel board della Fifa: «Darà un contributo importante – prosegue il presidente – ed è la prima donna a sedere nel consiglio. E’ un successo dell’Italia». Mai così vicina ai vertici del calcio mondiale. E’ un successo fondamentale per Tavecchio per provare a riconfermarsi nelle prossime elezioni federali. La campagna elettorale portata avanti soprattutto dall’Italia svela un volto nuovo, quasi sconosciuto. Incredibile la scalata nel calcio di Ceferin.
LA SUPERLEGA Nel 2005 per la prima volta dirigente del Litija (squadra locale di futsal), dieci anni dopo addirittura al comando della Uefa, con un breve passaggio alla presidenza della sua Federazione: «La mia bellissima Slovenia è orgogliosa – ammette Ceferin – e io sono davvero onorato di questo incarico. Sarà una grande responsabilità». Nello staff potrebbe esserci posto anche per Dejan Stankovic, da giugno svincolato dall’Inter. Ma la Serie A guarda soprattutto all’opposizione di Ceferin alla famosa Superlega, che rivoluzionerebbe la Champions: una minaccia per il momento scongiurata dalla riforma che restituirà a partire dal 2018 quattro posti ai Paesi più importanti (tra cui l’Italia). Tra l’altro Ceferin considera l’attuale sistema di qualificazione il «modello ideale». Le «piccole» nazioni mugugnano. E pensare che lui viene dall’Est.
(Il Messaggero – A. Abbate)
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