Alessandro Costacurta

(Il Tempo – E. Menghi) Squadre B nel campionato di C per i club di A. Non è uno scioglilingua, è la rivoluzione del calcio italiano. La Figc ha ufficializzato la riforma e il progetto delle seconde squadre vedrà la luce già nella prossima stagione, ma solo in quella successiva andrà pienamente a regime, perché nel 2018-19 saranno pochi i posti disponibili e dipenderanno dall’«eventuale vacanza in organico» a 60 club in Lega Pro. Qualora, dunque, ci fossero fallimenti e società che non sono in grado di iscriversi, l’ordine sarebbe il seguente: una seconda squadra di A, una retrocessa dalla serie C e una che abbia disputato il Campionato Interregionale. Le «big», Roma compresa, sono pronte a segnarsi (entro il 27 luglio). L’obiettivo è quello di «consentire ai giovani di maturare e far crescere la qualità dei nostri campionati e delle Nazionali azzurre, a partire dall’U21», spiega il vice commissario Costacurta. Idee chiare, regole già scritte per formare la rosa: 23 calciatori, di cui 19 nati dal 1° gennaio 1996 e almeno 16 di quelli inseriti nella distinta di gara dovranno essere stati tesserati in una società affiliata alla Figc per un minimo di 7 stagioni. Un baby che gioca nella seconda squadra può salire all’occorrenza tra i grandi, ma se dovesse farlo per più di 5 volte non potrebbe più tornare indietro. La promozione in B è concessa,ma mai potrà verificarsi la partecipazione allo stesso campionato della prima squadra, o addirittura a una categoria superiore.



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