(Gazzetta dello Sport) Insultati, sì. Minacciati, no. Come avevano sostenuto Totti e De Rossi. A differenza di quanto, invece, aveva denunciato la Digos nella sua relazione, confermata da De Sanctis, allora difensore dei pali giallorossi, oggi team manager. Era il 19 marzo 2015, la Roma era stata eliminata dall’Europa League per mano dellaFiorentina, la curva sud ribolliva di rabbia e rancore. Chi ebbe la forza, si presentò al cospetto degli ultrà, ricevendone insulti, sputi, accendini, bottigliette e, si pensava, minacce. Così avevano riferito la Digos e De Sanctis. Minacce smentite da Totti e De Rossi, che alla fine devono essere risultati più convincenti. Perciò, dei quattro ultrà a processo, ieri tre sono stati condannati a due mesi per aver scavalcato la recinzione. Assolti dal Tribunale, che non ha ravvisato nei comportamenti degli ultrà «alcuna costrizione né alcuna forma di pressione tale da coartare la libertà dei calciatori». Niente minacce.
TRE LAZIALI ARRESTATI – Nel frattempo, il Lazio-Napoli di mercoledì ha fatto registrare: tre laziali arrestati per aver violato il Daspo e venti, soprattutto napoletani, multati o denunciati.
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