ULTIME NOTIZIE AS ROMA CAGLIARI PELLEGRINI – Mancava l’aria alla Roma di Mourinho. Mancavano spazi, velocità, campo, idee. E allora Lorenzo Pellegrini ha cambiato la storia della partita di Cagliari con due giocate da fermo: un calcio d’angolo recapitato sulla testa di Ibañez e una meravigliosa punizione spedita direttamente all’incrocio da una posizione non ideale per un destro, scrive La Gazzetta dello Sport.
Non c’erano molte altre strade per i giallorossi: il Cagliari aveva impostato una gara esclusivamente difensiva e la stava interpretando bene. Era pure passato in vantaggio a inizio ripresa con Pavoletti sfruttando un errore di un impresentabile Viña e lo stesso centravanti ha poi sprecato la ghiotta occasione per il 2-0. Ma portarsi il nemico in casa è sempre un’operazione rischiosa, soprattutto se il gap nel gioco aereo è evidente. E così, angolo dopo angolo, la Roma è diventata più pericolosa e ha segnato i due gol che le consentono di conservare il quarto posto.
Non è stata una bella Roma, anzi per un’ora è stata proprio brutta. La squadra di Mourinho (in tribuna per squalifica) ha approcciato la partita con estrema lentezza e prevedibilità. Nel primo tempo la Roma non è riuscita a distillare nemmeno un tiro nello specchio dal 61% di possesso palla e dal doppio dei passaggi rispetto agli avversari (234-120) e i motivi sono diversi.
Il fraseggio era lento: gli spazi erano intasati e quindi non era semplice trovare uno sbocco, ma piuttosto che continuare sull’aggiramento a ritmi lenti i giallorossi avrebbero potuto ogni tanto forzare una giocata e alzare la velocità. Sono mancati gli uno-due e le combinazioni “palla avanti, palla indietro” che in casi come questo sono fondamentali. La Roma ha spinto quasi solo a destra, dove Karsdorp aiutava un volenteroso Zaniolo. Ma sui cross pochi giallorossi attaccavano la porta e mai è stato cercato uno scarico al limite dell’area.
Insomma una Roma monotona il cui centravanti è stato a lungo ai margini della gara. La mancanza di spazi ovviamente penalizza Abraham, che però ha qualità da sfruttare anche contro difese folte e schierate. La lentezza del gioco non lo aiuta, ma anche lui dovrebbe essere più presente.
Mazzarri ha tenuto bassissime le due linee da quattro con le quali voleva impedire la costruzione dei giallorossi. Lykogiannis e Bellanova avevano qualche libertà in fase di spinta, Joao Pedro si abbassava molto quando il pallone era tra i piedi giallorossi. Grassi seguiva da vicino Pellegrini e così la Roma non trovava corridoi da sfruttare.
Solo Zaniolo provava a creare la superiorità con qualche iniziativa individuale. Il Cagliari non si preoccupava granché di ripartire, ma l’unica volta nel primo tempo che è arrivato dalle parti di Rui Patricio, ha preso la traversa con Bellanova. E la seconda volta, a inizio ripresa, ha segnato con Pavoletti. In entrambi i casi esemplare Marin nell’impostazione.
Mourinho ha cambiato modulo passando al 3-4-1-2, inserendo El Shaarawy e facendo debuttare il giovane Felix. Ma la differenza è arrivata da fermo, laddove non si può contrastare l’abilità tecnica degli avversari. Si può però marcare meglio in area. Se Pellegrini è stato bravissimo a calciare, meno bravi sono stati i saltatori del Cagliari, quasi sempre anticipati dagli avversari e non solo in occasione del pari di Ibanez. Incassato il raddoppio, spazio a Keita ma era tardi.
L’ultimo posto è un segnale d’allarme molto chiaro. Ieri la tattica estremamente difensiva poteva anche essere logica e avrebbe potuto fruttare almeno un punto, ma il Cagliari deve imparare a essere più coraggioso e a sfruttare meglio le potenzialità offensive.
La Roma invece ritorna al successo, ma non ha molto altro da festeggiare. La manovra resta involuta, il tiro in porta sembra un optional: ieri sera il primo è arrivato al 22’ della ripresa quando Pellegrini ha colpito la traversa su cross di Karsdorp. E in difesa c’è sempre qualche indecisione, sia in marcatura sia nella lettura delle situazioni. Il lavoro per Mourinho non manca, ma la classifica consente di affrontarlo con serenità.
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