Giuseppe Giannini

«Non allenavo da due anni. Avevo una voglia matta di tornare in panchina. Sono pronto». Il tocco e la carica sono quelli di sempre, anche se il destino è tutto da scrivere. Nemmeno il tempo di mettere la firma sul contratto, che Giuseppe Giannini ha già lo sguardo rivolto verso il futuro. Ieri, infatti, è arrivata l’ufficialità dell’inizio della sua avventura nel girone C di Lega Pro come allenatore del Fondi. Antonio Pezone, il nuovo padrone del club, ha scelto lui, Principe della Roma per 15 anni, con la classe del 10 nelle vene e la fame di chi è solo all’inizio della storia.

Giannini, quanta voglia aveva di tornare in panchina?
«Tantissima, questo progetto mi dà gli stimoli giusti. Con il presidente Pezone ci siamo trovati subito, ero pronto anche ad allenare il Racing Roma in D. Me la giocherò al meglio».

La proprietà sembra avere idee chiare e ambizioni.
«Qui a Fondi ci sono tutti i presupposti per fare bene, anche meglio della scorsa stagione (decimo posto in campionato ed eliminazione al primo turno dei playoff, ndr). È ancora presto per parlare di progetti, però c’è voglia di fare qualcosa di importante».

Da grande numero 10 quale è stato, inevitabile chiederle di Francesco Totti. Che cosa ha provato il 28 maggio?
«Tanta amarezza. Mi sono rivisto in lui, mi è tornato alla mente quando sono stato io a salutare la Roma. Non è stato facile. Qualunque sarà la sua strada, sono sicuro che farà bene».

A proposito: sembra che Totti non abbia ancora deciso se smettere o no. Che consiglio si sentirebbe di dargli? 
«Francesco ha 40 anni, non ha bisogno dei miei consigli. Ma se gli servisse, sappia che un amico come me sarà sempre a sua disposizione. Poi, se ha ancora voglia di giocare… Di certo io un posto al Fondi glielo trovo».

Questa è una notizia…
«È solo una battuta, ma se ha voglia di divertirsi, sono qui».

La società poteva gestire meglio questa situazione?
«Difficile dirlo da esterno. Sono faccende sempre complicate, meglio non addentrarsi».

Cosa avrebbe fatto al posto di Spalletti? Le sue scelte hanno diviso non poco la città…
«Un professionista che ha un contratto deve essere preparato a tutto. Evidentemente Spalletti pensava che in quei minuti Francesco potesse aiutare la squadra. Io non ci ho visto nulla di strano».

E invece come le sembra questa nuova Roma di Di Francesco e Monchi?
«Mi piace. Spero arrivino acquisti interessanti. Ma sono sicuro che in società vogliano rinforzare la squadra. Salah e Manolas erano sul mercato da un po’, ora vediamo come verranno reinvestiti i soldi. Magari Rudiger rimarrà. E questa è già una buona notizia».

E magari, con il nuovo stadio, si avvererà la previsione di Pallotta, che vede la Roma fra le prime dieci squadre d’Europa?
«Lo stadio di proprietà vale tanto. Nel frattempo, però, la squadra deve rimanere agganciata al treno delle prime del campionato, è troppo importante».

(Gazzetta dello Sport)



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