Rassegna stampa
Un spettacolo di Totti
Non dite che è l’ultimo, perché sa troppo di definitivo, di malinconico. Diciamo che questa stagione dovrà essere vissuta come fosse l’ultima e allora tutto può essere guardato con più gioia, senza troppe lacrime. Come ieri sera, quando a Pinzolo, Totti ha fatto divertire un migliaio, anche di più di persone, che hanno riempito il centro di Pinzolo. «Voglio godermela questa stagione», vada come vada, è il pensiero di Francesco Totti lanciato dalle montagne della Val Rendena. Giocata dopo giocata, sì anche panchina dopo panchina, perché Luciano Spalletti a Francesco non vuole regalare niente. Lucio non ci tiene a passare per il cecchino del capitano e quest’ultimo non ha alcuna intenzione di essere il dead men walking. Totti c’è, come il primo giorno. Alla fine la cascata di sentimenti è solo per lui, come sempre. Un quarto di secolo pieno di romanismo. Totti c’è e ci sarà, almeno per quest’anno. Pinzolo parla di lui, anche se sul campo Pineta si è affacciato solo l’altro ieri, per via di un noioso problemino muscolare. Parla di lui perché qui in giro ci sono i suoi poster appesi nelle locande e nei grandi alberghi, perché dai bambini gli anziani. Non c’è stato un momento in cui chiunque passasse per la Pineta di Pinzolo non chiedesse: «C’è Totti?».
LA PIAZZA PER LUI – Pinzolo e la Roma non potevano che regalare al capitano l’ultima serata di festa, l’ultimo bagno di folla prima del ritorno nella Capitale e della tournée americana. Francesco si è seduto sul palco di piazza Carera, nel centro di Pinzolo, e come al solito ha dato vita al suo show. Domande della gente e non solo. Risposte sempre brillanti, sincere, non solo calcistiche. Sempre pronto a strappare applausi per quella sua inconfondibile verve tutta romana. Mille e più tifosi per lui. «Ammazza quanta gente. Sorpreso? No. Questo amore lo vivo da tanti anni. È reciproco. La gente piange quando mi vede? Faccio uno strano effetto, ma fa piacere». Venticinque anni, un viaggio di nozze con la Roma? «Lo farei a Trigoria. Sono gratificato per quello che ho fatto, ci sono stati momenti belli e brutti. Un viaggio di nozze di sola andata». Totti ricorda l’esordio e quel leggendario «ragazzì scaldati» di Boskov, poi lo scherzo più divertente «a Mexes, quando gli mettemmo un rospo in camera, Philippe è il numero uno». Totti è Totti, su di lui tutte le telecamere. Anche in panchina, inquadratura fissa per lui, ogni domenica. «Per quello non ci voglio stare in panchina», ammette Checco. Via con altre domande: Totti e la famiglia. Si solleva la risata generale quando gli viene chiesto se va mai a parlare con le maestre dei figli alla scuola internazionale. «Sì, ma dico solo yes. Ilary mi chiede come è andata e io sì, tutto bene». Un bambino innocente gli chiude: ci fai vincere lo scudetto? «E’ difficile, c’è una squadra più forte di noi in questo momento. E’ la verità. Il mio futuro in società? Sì, per i prossimi sei anni, a meno che non mi caccino». Poi, la raffica: «Dieci anni di meno o un altro scudetto? Dieci in meno, così vinco un altro scudetto. Certo, se lo vinco quest’anno poi smetto». Dormi nudo o in pigiama? «Nudo, deve essere tutto fresco». Leo Messi e Cristiano Ronaldo. «Fanno parte di un’altra categoria. Sono due giocatori a parte, io che gioco a calcio la vedo così. Portiamoli qui tutti e due, poi lo vediamo… Un attacco Totti-Ronaldo-Messi? No, io starei in panchina a guardare, le cose belle vanno guardate». Sale sul palco il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini: «Il calore di questo sportivo è eccezionale, noi lo vogliamo giocatore»,dice. Tagliente la replica di Totti: «Meglio di no, sennò qualcuno fa la bocca storta…». Poi, sulle note di Ymca dei Village People, i tifosi intonano il coro dedicato a Gyomber in questi giorni di ritiro. Allora il capitano telefona a Norbert: «Ma ora starà dormendo», ride. «Ah mer…», risponde scherzando Gyomber. Il finale, Totti canterino: «Piccolo grande amore», la sua canzone preferita dedicata a Ilary. Dovevate vederlo. «Toglierei il piccolo, lascerei solo grande amore». La Roma e i suoi tifosi.
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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