Rassegna stampa
“Un Totti alla Lazio? Forse ci penserei”
Il tempo passa, ma la ferita non si rimargina. Il traumatico addio di Francesco Totti alla Roma, con la conferenza stampa del 17 giugno scorso, quando diede le dimissioni dal suo ruolo di dirigente, continua a fare rumore.
Da un lato c’è chi continua a pensare che chi ha dato tutta la sua vita sportiva per una sola maglia meritasse un trattamento diverso. Bobo Vieri e Amedeo Carboni sono solo gli ultimi che hanno visto un’immensa tristezza nella figura di Francesco, papà di Cristian, che fuori dai cancelli di Trigoria aspetta che il figlio finisca l’allenamento. Ma c’è anche chi pensa che Totti, anche se ferito, in questo momento sia troppo «avvelenato» con chi non la ha difeso (leggi: il presidente Pallotta) e che, così facendo, finisca per dire cose che non dovrebbe dire.
Come quelle rilasciate ieri in una diretta Instagram a Er Faina, personaggio social molto seguito e dichiarato tifoso della Lazio: «Se arrivasse una proposta della Lazio per Cristian? Se dipendesse da me ci penserei. Conoscendo Cristian, però, neanche mi farebbe mettere seduto. Se ci fosse solo quella o cambia lavoro o sceglie la Lazio. Cristian non è il nuovo Totti. È ancora giovane, appassionato, lo controllo quando gioca senza che se ne accorga». Nella diretta social, a quel punto, si è inserito Mehdi Benatia: «Preferisco un figlio senza lavoro piuttosto che uno che gioca nella Lazio». Il tutto, va sottolineato, in un clima di scherzo molto disteso, con Totti che ha ricordato anche quando giocava alla Lodigiani e sia Roma che Lazio si fecero avanti per metterlo sotto contratto. Ma la dichiarazione, come dimostrato da alcune reazioni di tifosi romanisti, non è piaciuta a tutti.
Totti non aveva voglia di scherzare, invece, quando ha parlato del presidente James Pallotta: «Non è stato lui a dirmi che non mi avrebbe rinnovato il contratto, me lo ha fatto arrivare da altri. Quando servi servi, quando non servi più ti lasciano andare. Mi dispiaceva perché quello che ho fatto per la Roma era un riconoscimento. Ho portato rispetto a 360 gradi, dal portiere al presidente, nessuno può dire qualcosa di male contro di me. Quando mi è arrivata la voce che erano rimaste solo due partite mi è crollato il mondo addosso anche se sapevo che stavo alla fine. Se avrei giocato altri tre anni? No, ma uno lo avrei fatto tranquillamente». Ben diverso il ricordo di Franco Sensi: «Guai a chi me lo tocca perché lui è stato un padre per me, con Rosella e tutta la famiglia. Gli ho dato tutto quello che potevo dargli. È stata una cosa reciproca e non sputo nel piatto dove ho mangiato».
Il futuro è la carriera da talent scout e procuratore. Si parla di Insigne, di Chiesa e del giovane interista Esposito. Il vero sogno di Totti è trovare nuovi talenti e farli crescere.
(Corriere della Sera)
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