(Leggo – L. Loiacono) «Sold out a chi? Tirate fuori i biglietti». Una notte intera trascorsa insieme, a raccontarsi le trasferte del passato, a ricordare i gol più belli, le partite più emozionanti, a snocciolare nomi dimenticati e maglie che hanno fatto la storia. E poi all’improvviso, quando lo store apre i battenti, si scatena l’inferno: un corpo a corpo strettissimo, una marcatura da professionisti per accaparrarsi almeno un biglietto dell’Olimpico per Roma-Liverpool. «È evidente che non si tratta di una semplice partita spiega Stefano, 42 anni dal marciapiede di via Appia per noi è la possibilità del riscatto. Ho troppi ricordi per non voler essere lì quando l’arbitro fischia il calcio d’inizio». Come lui, lo hanno pensato in tanti. Tutti quelli che da martedì sera hanno presidiati i punti vendita per i biglietti della semifinale di Champions League che, ieri mattina, hanno iniziato a vendere i ticket anche per i non abbonati. In tre ore si è registrato il sold out. C’era chi gestiva le presenze, con biglietti numerati, appelli e contro-appelli, e c’era chi si dava il cambio con l’amico di una vita: «Non scherziamo sottolinea Patrizio, 25 anni con lo stadio pieno gli inglesi li facciamo scappare».

Ma qualcosa non ha funzionato e dalla festa si è passati ben presto alle polemiche e oltre: il sistema informatico infatti è andato in tilt, troppi accessi lo hanno intasato. E così da Viale Marconi a viale della Primavera, da via Arenula a via Appia centinaia di tifosi si sono ritrovati con un pungo di mosche. Sotto il sole, stanchi per non aver dormito. E quindi su tutte le furie. Gli unici fortunati, in mattinata, sono stati i tifosi che sono andati negli store di piazza Colonna e via del Corso. Tutti gli altri nel caos, in viale Marconi addirittura si è sfiorata la rissa e un’ambulanza è intervenuta per soccorrere una ragazza colta da un malore per la lunga attesa. Intanto si rincorrevano voci e smentite: «È rimasta solo la Monte Mario si diceva già alle 10 del mattino ma quanto ci costa sta rivincita?». Le notizie rimpallano via whatsapp di zona in zona e l’euforia diventa rabbia: «Ma chi l’ha gestita la vendita? – chiedono da Centocelle – diteci con chi ce la dobbiamo prendere».



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