(Il Tempo – A. Austini) La domenica della Roma. Sbanca Firenze, vince la dodicesima trasferta di fila (contando le ultime sette dello scorso campionato) come nessuno ha mai fatto nella storia della Serie A, recupera due punti su Napoli e Inter, in più si porta a 1 dalla Lazio che ora ha una partita in meno proprio come i giallorossi. Cosi Di Francesco, dopo la pausa, potrà giocare il derby per il sorpasso al quarto posto. A differenza della Champions, la classifica non rende ancora merito alla partenza magica della Roma: 27 punti sommati in 11 partite sono da media-scudetto, fuori casa è percorso netto e la difesa resta la meno battuta nonostante ieri abbia incassato le prime due reti lontano dall’Olimpico.
Ecco, l’ulteriore novità positiva per il tecnico abruzzese è aver vinto una partita decisamente diversa dagli ultimi tre 10 messi in fila in campionato. La squadra ha tirato fuori tutta la sua qualità per rimediare agli errori in fase difensiva, sfruttati solo in parte da una Fiorentina che ha dato tutto, e quest’anno non è molto. Nel pomeriggio bagnato del Franchi spunta il protagonista che non t’aspetti. La doppietta di Gerson conferma quanto sia incredibile a volte il calcio: da oggetto misterioso, acquisto sbagliato, passo dopo passo il brasiliano sta dimostrando perché Sabatini decise di investire su di lui 18 milioni di euro, strappandolo al Barcellona. Anche Spalletti fu preso per matto un anno fa quando a Torino contro la Juventus le schierò nello stesso ruolo scelto da Di Francesco, esterno destro d’attacco per sfruttare il suo sinistro delizioso. L’errore del toscano è stato quello di rimangiarsi l’intuizione e farlo scomparire dalla scena, mentre Eusebio se l’è «coltivato» sin dal primo giorno di ritiro a Pinzolo e l’ha premiato quando nessuno se l’aspettava. Tantomeno la società.
E’ stato l’ex Fluminense ad aprire una partita spettacolare. La Roma, stanca dopo l’impresa col Chelsea in Champions, aveva solo quattro uomini diversi rispetto a martedì scorso e s’è fermata subito. ll pari di Veretout l’ha punita e la stessa cosa a successa dopo il raddoppio timbrato ancora dal mancino di Gerson, con Simeone libero di staccare in area. La combinazione mano-piede di Alisson unita al palo nella stessa azione dei viola ha permesso ai giallorossi di non finire sotto e poi iniziare la ripresa con un altro vantaggio immediato e, stavolta, fortunato. La spalla di Manolas ha indirizzato la gara, a quel punto diventata «sporca», con la Roma a gestire e la Fiorentina a provarci sbilanciandosi. L’ingresso di Perotti e la crescita di Nainggolan e Kolarov hanno permesso di sfruttare gli spazi, dai e dai a arrivato il poker dell’argentino, il quinto no solo per i miracoli di Sportiello, ma anche la Fiorentina poteva segnare il terzo. Alla fine esulta insieme ai tremila tifosi in trasferta la squadra più forte. Ora due settimane con tanti nazionali sparsi in giro per il mondo. E un derby da vincere nella testa.
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