AS ROMA NEWS LUDOGORETS EUROPA LEAGUE – Mady Camara spera, “Preparazione verso l’Europa League. Daje”, dice. E chissà che domani non tocchi a lui, seppur arrivato da poco, scrive Il Messaggero. Il centrocampo della Roma, in questo momento, ha bisogno di forse fresche e di dinamismo. Matic e Cristante? Ne basta uno, poi si vedrà, perché dopo il Ludogorets c’è l’Empoli e si gioca sempre, si sa (giovedì 15 con l’Helsinki, quindi con l’Atalanta, prima della sosta per le nazionali).
Il buco a centrocampo e in difesa mette in preallarme più di un giocatore, che si augura di trovare spazio in queste partite, magari già da domani sera in Bulgaria. Sperano tutti, da Svilar a Bove, fino a Belotti e, appunto, Camara, pur non essendo ancora al top della condizione. Abraham non ha nulla (non si è sottoposto ad accertamenti) di che alla spalla, lui vorrebbe giocare ma forse gli tocca guardare ed è strano per uno che lo scorso anno è stato spesso decisivo in Conference.
C’è anche Dybala che non si arrende, lui che addirittura – gonfio di tanta Champions – l’Europa League non l’ha mai giocata e domani sarebbe un esordio, un’esperienza mistica. Una ripartenza dal gradino più basso, ma questo per ora passa il convento e a Trigoria, l’Europa League, resta un obiettivo vero. Pellegrini (ammonito con l’Udinese per proteste, è stato anche multato di 1500 euro in quanto capitano) e Zalewski ci saranno, così come sembra molto probabile Celik dall’inizio, andrà a concedere un turno di riposo a Karsdorp. Il vero dilemma è in difesa, visto che in tre si gioca e tre sono a disposizione. Un paio di soluzioni.
La prima: passare alla difesa a quattro, risparmiando un centrale (Kumbulla è out). La seconda: inserire Viña come centrale di sinistra, un ruolo ricoperto spesso nelle amichevoli estive, pur non convincendo a pieno. Mourinho non ama il turnover massiccio, quindi non ci aspettiamo di vedere una Roma rivoluzionata, ma di sicuro sarà diversa in qualche elemento che fino a ora abbiamo visto poco.
Memore della debacle di Bodø (a proposito, Ola Solbakken, quasi sicuramente, sarà a Roma a gennaio a parametro zero), quando adottò un turnover pieno, lo Special ricorrerà ancora a molti suoi fidati e come detto, uno può essere Pellegrini e l’altro Dybala. Sa bene che una brutta figura con il Ludogorets comporterebbe uno strascico di critiche che in questo momento bisognerebbe evitare, specie dopo la prestazione negativa di Udine.
Del resto, le assenze ci sono e sono pesanti: Wijnaldum è uno che non si regala a nessuno, così come Zaniolo, apparso in ottima forma nelle prima apparizioni pre infortunio. E a proposito di Nicolò: sta cercando di forzare i tempi di recupero per esserci almeno nella sfida con l’Atalanta e poi, sotto traccia, sta portando avanti il discorso legato al rinnovo. Difficile, come previsto, ma non più impossibile come qualche mese fa. Pinto ha lanciato l’amo, il suo entourage ha raccolto e ora serve il tempo per mettere a posto il tutto. Si va avanti con ottimismo.
Insomma, tutto è (quasi) pronto per una nuova avventura europea, domani saranno 106 giorni dalla finale di Tirana, che ha portato in piazza un popolo festante e risvegliando una tifoseria anestetizzata e senza vittorie da quattordici anni. Questa volta, a differenza della scorsa Conference, la squadra di Mourinho non parte tra le favorite – pur essendo in prima fascia nel girone composto dal Ludogorets, l’Helsinki e il Betis, la vera antagonista per il primato del gruppo C – perché nella competizione ci sono potenze attrezzate come Manchester United, Arsenal e, in futuro, dieci club che caleranno dalla Champions League.
Un percorso a ostacoli che la Roma affronterà con un organico superiore (in questo momento no) a quello dell’anno scorso. Mou è goloso di trofei (ne ha vinti ventisei), ci teneva alla Conference e sarà inferiore la sua ambizione per l’Europa League, che ha già vinto con lo United (ultimo allenatore a ottenere un successo sulla panchina dei Red Devils) e che porterebbe nelle casse del club una cinquantina di milioni, tra premi, incassi e market pool. L’obiettivo principale è tornare in Champions, dal campionato o dalla coppa di turno. Tutte le strade portano lì.
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