Raccontano che Sebastiano Rossi, ai tempi del Milan, «divorasse» gli altri portieri in rosa in questo modo: allenamento a Milanello, sessione di tiri in porta, il compagno-rivale di Rossi respingeva, lui lì a fianco guardava, sorrideva e poi sminuiva il gesto prendendosela con l’autore della conclusione più o meno così «Dai, ma che tiro era? Ma come hai calciato?». Della serie: smonta il compagno e costruisci te stesso. Il calcio è psicologia e personalità, forse per nessun ruolo come per quello del portiere. Prendi Szczesny e Alisson, due che la personalità sanno bene dov’è di casa. E che vivono un dualismo destinato a durare chissà quanto, perché la porta della Roma non ha un padrone assoluto. «Sceglierò di volta in volta, non c’è un titolare stabilito», assicura Luciano Spalletti. Alternanza sia, alternanza è stata, alternanza sarà. Perché ora arriva l’Europa League. E pure perché Szczesny fin qui si è dimostrato lontano dal rendimento della scorsa stagione. Rischi e vantaggi, sulla concorrenza nel ruolo del portiere il calcio s’è sempre diviso.

IL SOGNO DI SABATINI – Negli ultimi anni gli allenatori sono molto più aperti rispetto al passato alla possibilità di creare un dualismo tra i pali. La teoria secondo cui l’alternanza nel ruolo rischia di creare confusione fino a destabilizzare le prestazioni di entrambi oggi non è più assoluta. E Spalletti rientra nella categoria dei tecnici secondo cui i vantaggi sono maggiori dei rischi. Per convinzione e per convenienza. Perché la Roma ha speso 8 milioni di euro per Alisson, portiere della Seleçao, patrimonio che la società non può mettere da parte così, senza troppi pensieri. Era l’idea di Sabatini in tempi non sospetti: «Pensate che spettacolo vederli insieme in allenamento a Trigoria, il livello sarà altissimo», raccontava il ds.

PRESENTE E FUTURO – Alisson è il portiere a cui la Roma ha deciso di affidare il suo futuro, quando Szczesny tornerà in Inghilterra. Qui c’è di mezzo il presente, però. Spalletti i calcoli li fa, ma a breve scadenza. Domenica è la Sampdoria, è una scelta che si ripropone, è un dualismo tra portieri che a Trigoria, alla ripresa di oggi, non saranno presenti. Brasile e Polonia restituiranno un panchinaro riposato (Szczensy, out contro l’Inghilterra a favore di Fabianski) e un titolare rinfrancato (Alisson positivo e imbattuto contro l’Ecuador). Il borsino dice Alisson, che fa sapere: «Nelle ultime partite non ho giocato nella Roma – ha detto dal ritiro con la Seleçao –, ma sono tranquillo. Sto dando il massimo in allenamento, così devo fare anche quando non scendo in campo. Ovvio, mi manca il ritmo partita, ma voglio farmi trovare pronto».

RIMONTA BRASILIANA – E l’ora sta per scattare. Il tempo giocherà pure per Szczesny, presentatosi a Trigoria appena tornato dall’Arsenal ancora lontano dal top della forma e destinato dunque a crescere con il passare delle settimane. Ma se vale il rendimento, il polacco ha commesso fin qui almeno un errore in ogni match disputato: Udinese, ritorno del playoff e Cagliari. Anche per questo la scelta del portiere contro la Sampdoria è tutt’altro che scontata. Ballottaggio aperto. E ballottaggio anche in vista dei prossimi impegni europei. Perché Alisson troverà certamente spazio in Europa League, nonostante Spalletti non abbia ancora deciso e al momento non sia dell’idea di affidare una competizione in toto a un portiere piuttosto che a un altro. Il brasiliano è in rimonta, il polacco mostra le unghie, Spalletti decide. Di sicuro non sceglierà Florenzi, che pure ieri in Nazionale si è divertito a mettersi tra i pali. Chissà come avrebbe reagito Sebastiano Rossi.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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