Dovrei parlare di Roma-Chievo, ennesima vittoria della squadra di Spalletti che, in 37 partite, ha totalizzato 84 punti. Dovrei parlare di una squadra finita, corta, improvvisata, che occupa il secondo posto in classifica, con tre punti di vantaggio sul Napoli fantasmagorico di Sarri, contagiato da una preoccupante sindrome Mazzarrica. Dovrei parlare di un ex Direttore Sportivo che ha sbagliato tutti gli acquisti ed ha solo venduto i pezzi migliori, oppure di un Direttore Generale che, a dare credito ai solerti commentatori ed opinionisti, dimostra tutta la sua impreparazione in ogni cosa che dice. Invece, parlerò della nausea che mi assale per tutto quanto succede in questa città, ormai, mefistofelica, specie quando si occupa di cose calcistiche. Al 2017 vorrei chiedere di portare un lume di saggezza a quanti hanno definito la Roma la peggiore squadra di sempre in relazione al gioco; una resipiscenza in chi usa frasi offensive degne di finire al vaglio della Magistratura; un grande esame di coscienza da parte di chi sputa veleno, per il sol fatto di aver perso la possibilità di ottenere notizie telefoniche, stando comodamente seduto; un banalissimo esame introspettivo da parte di chi insulta, insinua, semina odio, per poi inalberarsi e pretendere di vedere riconosciuto l’incommensurabile valore dell’articolo 21 della Costituzione solo per se stesso e la propria categoria.
Chiedo troppo, lo so, ma amo pensare che il futuro appartenga a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Quello che non posso permettermi neanche di sognare invece, è poter sperare in una giustizia sportiva (minuscolo, proto) equa. L’ultima vicenda legata a frasi razziste che vengono derubricate in semplici affermazioni lesive, con una squalifica che viene comminata un giorno dopo il turno infrasettimanale ed andrà ad interessare una gara priva di qualsiasi valenza, dimostra che si è completamente perso il buonsenso unito al senso del ridicolo e che i potenti godono nel dimostrare ai comuni mortali il proprio arrogante menefreghismo. P.S. 5+3 sono il numero di reti che qualcuno segna e qualcuno subisce.
(Il Tempo)
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