(Corriere della Sera – L. Valdiserri) I soldi non fanno la felicità ma aiutano di sicuro a vivere meglio. Vale anche per il calcio e l’eccezionale Champions della Roma lo dimostra a suon di cifre. Tra bonus Uefa per i risultati, incassi per la vendita di biglietti e market pool dei diritti tv si viaggia già oltre i 90 milioni di euro. La qualificazione alle semifinali ha portato 7,5 milioni, il botteghino di Roma-Barcellona è stato di altri 3.674.762 euro, il titolo in Borsa è salito del 20% prima di essere fermato per eccesso di rialzo. Non è quantificabile, ma ha la sua importanza, il ritorno di immagine: la Roma è tra le quattro migliori di Europa ma non ha ancora un main sponsor. Le ultime voci sull’argomento parlano della «solita» Turkish Airlines, con Under testimonial della new wave di Istanbul, e di un’azienda cinese di telecomunicazioni. Hyundai è in predicato di diventare il «back sponsor» — il marchio della casa automobilistica apparirà quindi sul retro della maglia — per un introito di 10 milioni di euro in tre anni, portando alla risoluzione del precedente accordo con la Volvo.
In arrivo anche un’altra sponsorizzazione minore legata all’alimentare. Una rappresentanza della Roma sarà presente anche alla boutique di Hugo Boss, un altro sponsor capitolino, in occasione del primo E-Prix che si correrà sabato sul circuito cittadino dell’Eur.L’impresa della Roma ha scatenato, naturalmente, l’entusiasmo dei tifosi giallorossi, ma è stata accolta con insolita benevolenza anche dai tifosi di molte altre squadre. È stata l’impresa dell’ underdog , lo sfavorito, ma è pure il segnale che si possono ottenere grandi risultati anche senza spendere e spandere. Nell’ultimo mercato ci sono stati quattro club che hanno avuto un disavanzo acquisti/cessioni di oltre 100 milioni di euro: i due Manchester, il Paris Saint Germain e il Milan. Nessuna ha raggiunto le semifinali di Champions o di Europa League. La vittoria giallorossa, come ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stata il primo segno di riscossa del nostro calcio, traumatizzato dall’eliminazione dal Mondiale: «È riduttivo parlare di vittoria di una squadra, bisogna volare un attimo alto. Il nostro è un Paese di campanilismo, di sacrosanto e legittimo tifo, ma ribaltare un risultato così, contro una delle squadre più forti del mondo, rappresentante della Spagna che ci ha messo in condizione di giocare lo spareggio e di essere eliminati, penso sia in assoluto una vittoria del calcio italiano».
La qualificazione però ha portato anche qualche costo. Nella notte magica il presidente James Pallotta si è fatto prendere dall’entusiasmo e, festeggiando con i tifosi, si è tuffato vestito nella fontana di Piazza del Popolo, come aveva già fatto una volta in quella di Trigoria, davanti ai calciatori stupefatti. Un conto, però, è farlo « in casa propria» e un altro in una fontana pubblica, multa da 450 euro compresa. Pallotta, però, come ha raccontato la sindaca Raggi, è voluto andare oltre: «Si è scusato e ha deciso di compiere un gesto estremamente generoso per la città: vuole donare 230 mila euro per restaurare la fontana del Pantheon».«Devo ringraziare la sindaca della meritatissima multa — ha detto Pallotta —. Mi scuso perché mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo. Non voglio incoraggiare nessuno a tuffarsi nelle fontane a meno che non voglia poi ripararle». Ci ha scherzato sopra anche la Roma, con un messaggio sul profilo ufficiale Twitter: «Bambini, non saltate nelle fontane!».
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