(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Sei gol stagionali, di cui quattro nelle ultime sei partite tra campionato e Champions, più un assist per Gerson. Nella Roma che fatica a trovare sbocchi davanti al portiere avversario – Dzeko non segna in campionato da due mesi e negli ultimi 270’ sono arrivate soltanto tre marcature – Stephan El Shaarawycontinua a prendersi i suoi momenti di gloria. Di Francesco dice che è in crescita e le presenze dimostrano che il tecnico si fida sempre di più di lui: in Serie A ha saltato soltanto due partite, Napoli e Crotone, poi è sempre sceso in campo e nell’ultimo mese è partito ogni volta dal primo minuto, mentre in Champions ha giocato 5 partite su 5ma soltanto in due occasioni è stato titolare, a Baku contro il Qarabag e in casa contro il Chelsea. Sarà forse anche solo fortuna, ma sono le due volte che la Roma ha portato via i tre punti.
QUALE FASCIA? – Che giochi a sinistra, posizione preferita, o a destra, dove fatica un po’ di più e si diverte meno, il gioco di El Shaarawy, con quella sua corsa a tutta fascia che in pochi nella Roma hanno, è prezioso per Di Francesco. Il tecnico spesso lo fa sacrificare a destra, regalando a Perotti il lato mancino, e magari, anche se ha qualche occasione in meno per rientrare e tirare col piede preferito, El Shaarawy riesce comunque a dare il suo contributo. E quando non ci riesce, prendendosi qualcuna di quelle pause che facevano infuriare Allegri prima e Spalletti poi, ci pensa Kolarov a ricordargli di stare dentro al campo e, soprattutto, dentro la partita.
MOVIMENTI – Non che Stephan non sappia come si fa: ieri ha lavorato con il gruppo e ha seguito Di Francesco che, in particolare a Schick, spiegava e rispiegava i movimenti degli attaccanti. Quelli degli esterni El Shaarawy li conosce benissimo, lo ha ammesso il tecnico e lo ha fatto lui stesso: «Il gioco del mister – ha detto fin dai primi giorni di lavoro – si adatta benissimo alle mie caratteristiche». E allora il feeling è stato immediato, nonostante un’estate complicata per via di un problema alla schiena che ne ha ritardato la ricerca della forma fisica ottimale, condizione necessaria per giocare con Di Francesco,soprattutto sulla fascia.
L’ITALIA – Fascia dove avrebbe voluto giocare anche il Mondiale, la batosta contro la Svezia è stata forte, soprattutto perché quando ci sarà la prossima occasione avrà 30 anni, con un passato già parecchio scritto e un futuro ancora tutto da decifrare. Gli resta la Roma, che non è poco, visto che in due anni in giallorosso è stato spesso protagonista, e gli resta riprovare a partire nel nuovo corso azzurro, qualunque esso sia. Intanto, venerdì riparte dalla Spal del suo amico Borriello. E proverà a far valere la legge dell’Olimpico, visto che dei sei gol realizzati fino a questo momento, cinque sono arrivati davanti ai suoi tifosi.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA