PORTOGALLO-ITALIA – L’Italia inciampa a Lisbona. Frena ancora e non c’è da meravigliarsi. Basta vederla peggiorare, dal Dall’Ara all’Estadio da Luz: meglio la prestazione contro la Polonia ed è tutto dire. La Nazionale fatica a ripartire dopo il flop mondiale. E Mancini ci mette del suo, modificando la formazione per nove-undicesimi e scambiando le gare di Nations League per le amichevoli. In cui si fanno gli esperimenti, utili e non.
Il 2° ko del ct, dopo quello in amichevole contro la Francia il 1° giugno a Nizza, certifica lo spessore del suo gruppo: mancano la qualità e la personalità del nuovo che non avanza. Il Portogallo campione d’Europa, anche senza Ronaldo, si prende la partita: la beffa viene dal gol dell’ex milanista Andrè Silva, scartato dalla nostra serie A che ha accolto proprio CR7. Gli azzurri, solo 9 gol nelle ultime 13 partite, dimezzano i tiri nello specchio della porta, scendendo da 2 a 1.
RIVOLUZIONE ESAGERATA Perseverare, insomma, è davvero diabolici. Mancini fa la prova del 9, confermando solo Donnarumma e Jorginho dopo la prova sbiadita contro la Polonia, e interviene in ogni reparto, di fatto bocciando l’Italia di venerdì. Ma non convince nemmeno quella di Lisbona. Addirittura cambia anche il sistema di gioco, passando dal collaudato 4-3-3 all’improvvisato 4-4-2, con Chiesa sistemato a centrocampo e di conseguenza allontanato dall’area di rigore avversaria.
Balotelli, come previsto, diventa spettatore a riflettere sul nuovo momento no: con lui in tribuna anche Zappacosta, Biraghi e Pellegrini, cioè 4 titolari della gara di Bologna (con loro anche Cragno, Rugani e Zaniolo). La difesa è completamente nuova: debutta Lazzari a destra, in mezzo i giovani Caldara e Romagnoli, a sinistra Criscito. A centrocampo, accanto a Jorginho c’è Cristante, sui lati Chiesa e Bonaventura. Zaza è il partner di Immobile che entra in campo da capitano. Niente di strano. Mancano Bonucci e Chiellini, con 33 presenze, la fascia tocca lui.
NESSUN BIANCONERO A proposito: nemmeno uno juventino nella formazione di partenza. L’ultima volta 20 anni fa, con Cesare Maldini in panchina al mondiale del 98 in Francia, contro il Camerun e in amichevole lo scorso maggio, proprio con l’attuale ct, contro l’Arabia Saudita.
ANCORA IMPOTENTE Mancini è come se ignorasse il campionato. Basta pensare che Caldara deve ancora debuttare nel Milan e a Lisbona incide sul risultato quando regala il pallone a Carvalho e Bruma va via in contropiede a offrire l’assist per il vantaggio ad Andrè Silva. Chiesa, sinistro da fuori, fa l’unico tiro in porta degli azzurri nel 1° tempo. Minuto 15. Sarà l’unica conclusione degli azzurri. Distante da Rui Patricio, non può certo spaventarlo. Davanti Immobile fa cilecca e non entra in partita, Zaza combatte a vuoto.
Il centrocampo non aiuta gli attaccanti: Jorginho si abbassa a proteggere Caldara e Romagnoli, Cristante è impreciso, quasi emozionandosi a tornare all’Estadio da Luz dove ha giocato con la maglia del Benfica. Su cross di Mario Rui, svirgola il pallone e rischia l’autorete: traversa. Meglio il finale, senza Immobile: dentro Berardi per il ritorno al 4-3-3. E con Emerson (anche lui esordiente) e Belotti rispettivamente per Criscito e Cristante per il 4-2-4. Zaza è il più pericoloso, ma nemmeno lui inquadra mai la porta. Poche chance, ancora niente gol. Gli 11 corner non bastano. Il migliore è Donnarumma, proprio come a Bologna contro la Polonia. L’Italia non tira, gli avversari sì.
(Il Messaggero – U. Trani)
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