La Roma vista contro il Tottenham è piaciuta anche a Di Francesco che dice: “La squadra è cresciuta tanto”. Il tecnico è soddisfatto per la qualità messa dentro il primo tempo, la disponibilità mostrata dai giocatori verso un progetto tattico differente.
Questa Roma, rispetto a quella di Spalletti, batte strade diverse, il pallone si alza giusto per estrema necessità, o per qualche mancanza in fase di impostazione, leggi Manolas che più volte ha lanciato lungo in fase di uscita. Il resto è stata una linea difensiva che ha saputo scegliere – nel primo tempo, visto che nel secondo il Tottenham ha a lungo schiacciato i giallorossi – i momenti in cui alzarsi e quelli in cui scappare all’indietro.
C’è poi la ricerca costante, portata fino all’eccesso, del pressing sui difensori avversari. Contro il Tottenham s’è capito, una volta di più, perché Di Francesco chiede due giocatori praticamente dello stesso livello in ogni ruolo, condizione fondamentale per un gioco che fisicamente si annuncia dispendioso. E a maggior ragione per il tridente offensivo: sei giocatori per tre maglie servono eccome.
Kolarov è stato tra i migliori del primo tempo, già perfettamente inserito nel gruppo Roma: “È stato ottimo per qualità tecnica e per personalità, in alcuni momenti della gara tende forse a chiudersi un po’ troppo”, ha commentato il tecnico. Bene anche Bruno Peres sull’altra fascia, al netto di qualche leziosità di troppo nel finale. E in assoluto bene un po’ tutti gli uomini impiegati a centrocampo: Gerson è apparso vivo e coinvolto nel progetto. In negativo, invece, va sottolineata la prestazione di Manolas, nervoso, distratto e impreciso oltre ogni ragionevole limite: oltre alle carenze in fase di impostazione, ha sulla coscienza anche la rete del 2-2 di Janssen. L’altro voto insufficiente lo merita Castan, che però ha l’attenuante di esser stato schierato fuori ruolo, terzino sinistro.
(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)
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