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Rassegna stampa

Va tutto di traversa. Verona e Roma restano a secco: ma dove sono i centravanti?

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NOTIZIE VERONA-ROMA 0-0 – A volte, i falsi nove non funzionano. A volte, non c’è gol senza centravanti. La nuova Roma dei nuovi americani al suo esordio crea parecchio ma non va in buca a Verona. Dan Friedkin e suo figlio Ryan in tribuna assistono agli errori sotto porta di Mkhitaryan, Pedro e compagnia bassotti guardando, forse, con occhi interrogativi in panchina. Vicino a Paulo Fonseca c’è Edin. Perché non usarlo, visto che è ancora qui. Per l’ultima volta? Con tutta probabilità sì. Ma l’intrigo Dzeko-Milik continua.

Nel frattempo, in attesa che le caselle vadano a posto, il tecnico portoghese come annunciato ha piazzato Miki davanti a tutti che si è mosso con generosità ma ha sbagliato tutto lo sbagliabile a due passi da Silvestri. L’occasione più ghiotta che ha divorato è stata quando si è trovato libero di correre verso la porta avversaria e in area si è fatto respingere il tiro dal portiere in uscita. Un passetto dietro, a fianco di Pellegrini, Fonseca ci ha messo a sorpresa Pedrito, all’esordio assoluto visto che non aveva giocato nemmeno un’amichevole. L’ex Chelsea ha giocato una buona partita, sembrava nella Roma da tempo per come si muoveva e s’intendeva con i compagni.

D’altronde, i buoni giocatori parlano la stessa lingua col pallone tra i piedi. Ma in area, ha partecipato alla sagra degli errori. Un peccato per la Roma, che nel primo tempo è piaciuta parecchio quando prendeva velocità e metteva in crisi con fraseggi stretti l’inedito blocco difensivo della squadra di Juric. Con Dzeko, o con Milik, sarebbe riuscita ad andare in vantaggio.

Ma un bel po’ di merito ce l’ha il Verona, che ha tenuto botta e poi nel secondo round ha giocato meglio e dunque meritato il pareggio. Un Verona senza l’asse che nella scorsa stagione l’ha premiata come una delle squadre rivelazioni. Non ci sono più Kumbulla (che era sull’altra panchina) e Rahamani, praticamente la difesa. Non c’è il motore Amrabat e non c’è nemmeno Pessina, infortunato e per il momento ancora all’Atalanta. Juric, che in più aveva Lazovic e Magnani infortunati, sta chiedendo a gran voce rinforzi.

Nel frattempo ha presentato una squadra già degna perché quando i concetti di gioco sono chiari, anche se cambiano le pedine non si va in confusione. Il tecnico era squalificato. Dalla tribuna ha teleguidato il Verona, senza stare zitto un minuto. Dettava i tempi del pressing, i movimenti per la copertura, incitava tutti chiamandoli per nome. I giocatori lo sentivano eccome, con quel vocione nel silenzio assordante dello stadio vuoto. E hanno risposto al meglio. La Roma nel campionato scorso aveva battuto due volte l’ottimo Verona. Stavolta un Verona in rodaggio ha fermato i giallorossi. Il guerriero Ivan può essere più che soddisfatto.

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Come può esserlo anche Roberto Mancini. In questa nottata un po’ così, piena di occasioni mancate, anche da parte dell’Hellas, pali e traverse, la nota più lieta è Leonardo Spinazzola. Che ormai ha spazzato via tutti i timori della passata stagione. E’ ripartito come aveva chiuso: col turbo. Dopo l’ottima prestazione con l’Olanda si è ripetuto. Si annuncia come il “quinto”, come piace dire agli esperti, migliore del campionato. Tutte le migliori occasioni della Roma sono state create da lui, con sprint irresistibili, serpentine in area e assist non sfruttati, appunto, da Miki e Pedro.

Al tramonto della gara, poteva anche regalare la vittoria con una stupenda sassata che ha colpito la traversa. Il duello con Faraoni, altrettanto efficace, è stato la cosa più bella della sfida. Entrambi hanno concesso qualcosa in copertura, ma sono stati gli “attaccanti” più pericolosi. Anche l’esterno gialloblù ha creato tantissimo. Non a caso ha creato con Tameze l’occasione più importante, con l’ex atalantino che, servito al limite, ha tirato a colpo sicuro e Mirante con una prodezza ha deviato sulla traversa.

Nella sfida delle panchine, ha vinto Juric. Se non altro perché ha sfruttato il nuovo vantaggio delle cinque sostituzioni. Ha dovuto cambiare subito Empereur per infortunio, ma poi ha distribuito i cambi al momento giusto per mantenere alta la freschezza della squadra. Fonseca invece il primo cambio l’ha fatto intorno alla mezzora, ma perché si era fato male Karsdorp (al suo posto Santon) e poi ha speso Kluivert e Villar. Non a caso, il Verona è cresciuto, mentre la Roma è calata. E poi, vista l’inconsistenza sotto porta, forse avrebbe dovuto inserire prima Kluivert e magari giocarsi pure la carta Carles Perez. E Dzeko? Fonseca ha detto che ha voluto preservarlo. Ok. Ma intanto, nell’attesa di Milik, la Roma e Fridkin incassano la prima delusione.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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