NOTIZIE ROMA INTER VAR – Una partita di calcio non può più/ancora essere condizionata da un errore dell’arbitro. Sbagliare (anzi, continuare a sbagliare) con un secondo (e pure un terzo…) arbitro seduto davanti ad una tv, e in grado di vedere e rivedere un’azione da una decina di angolazioni, è letteralmente assurdo. Come è possibile spiegare, del resto, che arbitro, Var e Avar non abbiano visto e valutato correttamente il fallo da rigore di D’Ambrosio ai danni di Zaniolo in Roma-Inter? Inconcepibile.
E senza voler scomodare cattivi pensieri. Proprio per sfruttare in modo ottimale il supporto video, sarebbe utile, se non addirittura necessario, apportare qualche correttivo all’attuale sistema. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’impiego sistematico di una task force Var, esattamente come accaduto durante i recenti mondiali in Russia, con arbitri selezionati in tutto il mondo solo per piazzarsi davanti al video e controllare le azioni controverse. Una mossa che ha dato risultati di altissimo livello, con l’italiano Massiliano Irrati eletto come miglior arbitro Var della manifestazione.
Irrati in Russia non si è mai visto in campo, è sempre rimasto nella Var Room di Mosca e da lì ha fatto un figurone. E l’ha fatto fare pure ai suoi superiori Fifa. Detto questo, non sarebbe neppure da accantonare l’ipotesi di concedere a un rappresentante in campo delle due squadre di poter chiedere a loro discrezione l’intervento della Var durante il gioco. Un’idea che in passato non è piaciuta ai vertici arbitrali ma che, con le dovute modulazioni, potrebbe essere meglio strutturata e quindi trasformata in realtà.
Una o due richieste per parte per ciascuna squadra, ad esempio, potrebbe essere un’ipotesi in linea anche con le esigenze legate ai tempi di gioco di una gara. La chiamata di parte non andrebbe ad intaccare l’autonomia dell’arbitro (e del Var), non lo priverebbe di potere anzi lo aiuterebbe (li aiuterebbe) a non sbagliare. Sarebbe sempre e soltanto l’arbitro ad avere l’ultima parola, ma con una condivisione più ampia. Se si ha interesse ad averla, ovviamente.
(Il Messaggero – M. Ferretti)
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