Gian Piero Ventura

(Leggo) Ci sono partite che segnano la carriera di un allenatore. In questo caso, sono 180 i minuti che scriveranno il destino di Gian Piero Ventura. Il ct non può e non deve fallire la qualificazione al Mondiale di Russia 2018. E per raggiungerlo deve eliminare la Svezia nel doppio playoff. Si comincia stasera a Solna, sobborgo di Stoccolma. «È la più eccitante e importante partita della mia carriera, c’è di mezzo il Mondiale», certifica Ventura. La vigilia non è stata granché, visto che nell’allenamento di rifinitura a Coverciano si è fermato Zaza (problema al ginocchio) che in questi giorni era sempre stato provato accanto a Immobile in attacco. «Zaza ha avuto un piccolo problema, vediamo se potrà recuperare… Belotti? Sta meglio, se ci sarà bisogno, sarà a disposizione». Attacco, quindi, sulle spalle del bomber del Toro, che però è reduce da un infortunio, e di Immobile reduce da un periodo d’oro in fase realizzativa con la Lazio, ma pure lui non al top della condizione fisica. Nell’arena indoor della Friends Arena (si giocherà con il tetto dello stadio chiuso) non ci sarà Insigne, il talento più scintillante del calcio italiano partirà dalla panchina nel 3-5-2 azzurro. «Già dopo le prime ore di Coverciano ho capito che ci fosse voglia di fare, di andare in Russia. Abbiamo lavorato per questo, c’è grande convinzione da parte di tutti e siamo convinti che ci andremo. Lo dico con umiltà ma convinto: l’Italia andrà ai Mondiali», assicura Ventura. «Dobbiamo fare gol, è una gara che si gioca in 180 minuti, serve segnare almeno una rete. Non sento il rischio di non centrare la prestazione perché la partita è stata preparata non dico in maniera ottimale, ma quasi».

Un Ventura scortato in Svezia come al solito dal presidente Tavecchio. «Il mio stato d’animo è di grande tranquillità», dice, consapevole che, lunedì sera alla fine del match di ritorno a San Siro, se le cose dovessero andare come nessuno si augura la sua avventura azzurra sarebbe al capolinea. Nell’unico precedente di eliminazione, quello del 1958, nulla venne perdonato a una leggenda come Alfredo Foni. Nel gruppo Italia si cancella a priori l’ipotesi di fallire l’approdo al Mondiale. Accanto al ct c’è il capitano Gigi Buffonche raggiunge la 174esima presenza azzurra e di battaglie ne ha vinte tante (compreso lo spareggio mondiale di 20 anni fa con la Russia) e questa sarà una delle sue ultime in carriera: «Io gioco per raggiungere traguardi importanti, oggi il Mondiale, il mio sesto: se ci riesco sarà una grande gioia, all’ipotesi contraria non penso nemmeno». All’Europeo, quando giocava ancora Zlatan Ibrahimovic, gli azzurri hanno battuto la Svezia. Perchè non dovrebbe fare altrettanto l’Italia di oggi?



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