Gian Piero Ventura

(Il Tempo – S. Pieretti) O noi, o loro. Lo spareggio per conquistare la qualificazione ai Mondiali passa per la doppia sfida alla Svezia, il ct italiano Giampiero Ventura è in vena di proclami. «In Russia andremo noi». Venerdì sera la prima sfida a Stoccolma, il ritorno lunedì alle 20.45 in un San Siro di Milano che si annuncia tutto esaurito per spingere gli azzurri verso l’obiettivo. In molti sperano di tornare dalla Svezia già con un risultato positivo, ma la bolgia è pronta in ogni caso. La convinzione c’è, ora è necessario passare dalle parole ai fatti. Nelle ultime uscite la Nazionale non ha mai convinto, dopo la sconfitta decisiva rimediata in Spagna sono arrivate due vittorie di misura e un pareggio casalingo contro la Macedonia.

Si segna con il contagocce, Belotti e Immobile non sono nelle migliori condizioni fisiche, la convocazione di Zaza somiglia tanto a un paracadute di sicurezza. Ma oltre ai gol, manca il gioco; il 4-2-4 è portatore sano di rendimento incerto, la squadra non ha mai metabolizzato il modulo prediletto del ct trovando difficoltà nel trovare le giuste misure in mezzo al campo: è una questione di equilibri prim’ancora che di uomini. A centrocampo tornano Daniele De Rossi e Verratti, ed è una notizia incoraggiante, poi c’è il jolly Florenzi, una carta da spendere qualora sia necessario spazzare a partita in corso; Florenzi è un uomo buono per tutte le stagioni, può ricoprire con la stessa costanza di rendimento almeno tre diversi ruoli, è un buon grimaldello per spostare gli equilibri della formazione azzurra a partita in corso. Ma a centrocampo c’è anche il ritorno di Jorginho, di nuovo a Coverciano dopo una breve parentesi nell’era di Antonio Conte.

«Ho chiamato Jorginho perché sta facendo bene – sottolinea in conferenza stampa il commissario tecnico Giampiero Ventura – Zaza è arrivato qui non soltanto per i gol, ma principalmente per le prestazioni con il Siviglia dove sta convincendo tutti». Nel Centro Tecnico di Coverciano ci sono tutti, dal Presidente Carlo Tavecchio al direttore generale Michele Uva: il momento è decisivo, fallire la qualificazione al Mondialesarebbe una catastrofe sportiva. «Ho trovato il gruppo straordinariamente voglioso e motivato – ammette il tecnico azzurro – sono tranquillo perché ho la disponibilità dei giocatori e perché l’Italia – ogni qual volta si sono presentate delle sfide da dentro o fuori –si è sempre compattata, basti pensare ai 65.000 biglietti venduti per il match di ritorno in programma a San Siro. Personalmente non ho mai preso in considerazione la possibilità di non andare il Mondiale – confessa Ventura – abbiamo un obiettivo che dobbiamo centrare. Una volta ottenuta la qualificazione, ci sono i presupposti per fare qualcosa di importante». Intanto è necessario superare l’ostacolo rappresentato dalla Svezia; senza Ibrahimovic è un avversario che fa meno paura, in ogni modo da prendere con le molle considerando la loro cultura calcistica. Il commissario tecnico – paradossalmente – sembra più preoccupato della propria squadra: «Non conta la Svezia – conclude Ventura – conta quello che riusciremo a fare noi, loro sono più o meno quelli degli Europei, tranne Ibrahimovic: giocano da sempre con le stesse caratteristiche che rispondono al loro dna».



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