«La gioia è tornare a Torino, città che è stata uno spicchio della mia vita. E sono felice anche di venire qui, in questo stadio. Quando sono venuto ha sempre vinto la squadra di casa. Che stavolta è la mia». Ventura è allegro e usa lo Stadium per farsi forza. Qui dentro è sempre caduto da tecnico granata (5 stagioni per lui), anche se poi, come raccontano i suoi amici liguri, è cresciuto, almeno fino a quando non è diventato allenatore, da tifoso juventino. L’impatto, però, non è solo con il mondo bianconero. Sempre in questo impianto si è affermato Conte. L’attuale tecnico del Chelsea è, però, nella circostanza soprattutto il collega che gli ha lasciato la panchina azzurra. E che, il 27 giugno, ha eliminato la Spagna dall’Europeo. Il paragone con l’ex ct è scomodo. Se vincesse stasera, potrebbe essere la svolta buona per dire basta con il confronto. «Me lo auguro, ma non sono sicuro. Pure se l’Italia uscisse da questa sfida in modo estremamente positivo, ci sarebbe qualche rimasuglio. Ma il mio primo problema è la prestazione: spero che sia ricca di fame, desiderio e umiltà. La gara incide sulla qualificazione per il mondiale. Che, però, è tra un anno e mezzo. Non è drammaticamente decisiva. Non va, dunque, caricata di troppi significati. Di sicuro è affascinante e stimolante. E da giocare per vincere». Ha avuto solo 2 giorni e mezzo per preparare il match: «Sono pochi, ma confido nelle qualità morali e tecniche dei miei giocatori. Stiamo meglio di un mese fa, i giocatori hanno almeno sette gare nelle gambe e non due. Ma non basta correre, bisogna farlo bene. Portando in campo le nostre conoscenze». La Spagna ha spesso sofferto la difesa a 3 dell’Italia. Il ct azzurro svicola, esaltando invece la Grande Rivale. «Ho la netta sensazione che tatticamente abbia fatto un passo avanti rispetto all’Europeo. Ma la vera differenza per gli spagnoli sta nella testa, nell’entusiasmo, nella spensieratezza, abbinate alla qualità di sempre».
VISTA SUL FUTURO «Sento nuovamente parlare di azzardo, proprio come accadde anni fa, quando feci debuttare Ranocchia e Bonucci a San Siro. Mi andò bene. E lì partì la carriera dei due difensori». Ventura è pronto a lanciare anche Romagnoli, classe 95. «Se dovesse giocare, sarebbe un piccolo passo verso il futuro. E’ un giovane di prospettiva e di qualità, avrà l’opportunità di dimostrarlo. E di iniziare un percorso per lui importante di dimostrarlo».
(Il Messaggero – U. Trani)
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