Strada in discesa per il nuovo stadio: dopo l’incontro di ieri in Campidoglio tra i tecnici del Comune di Roma, l’avvocato dei 5Stelle Luca Lanzalone, durato circa due ore, si ha la sensazione che il nuovo impianto si farà. Ecco perché le parole dei protagonisti, alla fine, erano improntate all’ottimismo. «Ringrazio la Roma per aver risposto alle nostre sollecitazioni della riunione della scorsa settimana – ha detto il vice sindaco Luca Bergamo –. Ci è stata presentata una revisione del progetto dai caratteri fortemente innovativi. I tavoli tecnici sono ancora al lavoro, sarà rispettata la tempistica del 3 marzo». E il d.g. della Roma Mauro Baldissoni ha sostanzialmente confermato: «Sono soddisfatto dell’incontro. Abbiamo sempre detto di voler fare questo progetto insieme alla città, in maniera condivisa. Crediamo di aver intercettato le esigenze e le visioni della nuova giunta».

All’incontro non era presente la sindaca Virginia Raggi. Assente anche Paolo Berdini, che ha annunciato le sue «dimissioni irrevocabili» nel pomeriggio, non senza aver sparato l’ennesimo colpo di fucile sul progetto: «Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma».

E’ probabile che i tavoli tecnici e l’incontro «politico» tra le parti della prossima settimana producano il definitivo accordo. Ieri sono state gettate le basi. Più verde e meno cemento, bioedilizia, nuove planimetrie e rendering riadattati. I proponenti hanno messo nero su bianco una riduzione del business park – e non dell’intero progetto – di una percentuale compresa tra il 20-25%, che si traduce in un significativo abbassamento delle tre torri Libeskind (ma si chiameranno ancora così?) e nella rinuncia, da parte di Pallotta, di qualche costruzione del Convivium (ovvero i negozi), al posto delle quali sarà aumentata la percentuale di aree verdi. In cambio dei circa 50 milioni di euro che ballano, non saranno tolti il ponte della Roma-Fiumicino e il relativo svincolo, confermati anche in virtù della recente bocciatura del ponte dei Congressi. Saranno piuttosto ridistribuite le risorse relative alle opere pubbliche, che evidentemente arriveranno a costare meno ai proponenti.

(Gazzetta dello Sport)



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