Rassegna stampa
Verdone: “Davvero mi stava partendo il cuore, per il video virale mi chiamano tutti”

(Il Messaggero) Un sogno. «Nun ce credevo. Nun ce credevo!». Solo, in tenuta casalinga, Carlo Verdone sembra uscito da uno dei suoi film, mentre esulta e gira col cellulare un video di pochi secondi. L’inquadratura è sbilenca, l’immagine sgranata, si intravede un muro chiaro e un busto di Nerone cui l’attore – da oggi al Festival del Cinema Europeo di Lecce per il premio intitolato al padre – grida tutta la sua felicità: «Nerone! Oddio me sta a partì la pompa». Sono quasi le dieci di martedì sera, la Roma ha appena battuto il Barcellona in Champions League e quel video, nel giro di pochi minuti, diventa virale.
Dove era quando lo ha girato?
Dovevo andare a vedere la partita da Antonello Venditi, ma non ce l’ho fatta. Avevo la presentazione di due libri alla Casa del Cinema, poi un cda. Siamo andati talmente lunghi con i tempi che alla fine ero morto. Sono tornato a casa e mi sono messo a guardare la partita da solo. Una cosa terribile, guardarla da solo e senza nemmeno crederci. Perché io non ci credevo assolutamente.
E quando ha cominciato a crederci?
All’inizio ero così distaccato che ho preso la chitarra e ho cominciato a cercare gli accordi di California Dreamin dei The Mamas & the Papas, buttando l’occhio ogni tanto. Poi però, dopo sei minuti, quello segna. Al goal di De Rossi ho buttato via la chitarra e mi sono acceso una sigaretta. Quando è arrivato il terzo goal ho fatto un salto cosi alto che ho sentito il cuore che mi andava a centoventi. Dico sul serio, ho pensato di rimanerci.
Non era solo: in 35.000 hanno condiviso il suo video.
Ma io non lo so perché l’ho fatto, non pensavo di metterlo su Facebook. Volevo solo mandarlo a qualche amico stretto. Ma il ragazzo che segue la mia pagina ufficiale mi ha detto che lo voleva postare, gli sembrava divertente. Mi chiamano tutti, non riesco nemmeno a lavorare.
Anche Totti ha condiviso un pensiero.
L’hanno fatto in tanti. In particolare trovo bellissimo che i complimenti ci siano arrivati anche da altre squadre, come la Juventus. È stato un gesto sportivo.
Una bella vittoria per la squadra. E per la città?
Anche. In questo momento siamo tutti molto tristi per Roma. Le buche, le voragini, la pioggia, tutto che si complica all’infinito. Il romano in questo momento storico è un cittadino depresso. E questa cosa che è capitata è come se fosse una carezza, anzi di più, un abbraccio fortissimo, un’iniezione di meraviglioso ottimismo per tutta la città. Abbiamo una squadra bipolare.
Bipolare?
Soffriamo con le piccole. E poi con le grandi facciamo la partita della vita. Quindi questa squadra il potenziale ce l’ha. Sono d’accordo con Di Francesco, ha fatto un bel discorso: bisogna crederci.
Quanti derby vale questa partita?
Eh, il derby è tutta un’altra cosa e un’altra questione. Però vincere con il Barcellona è un grande motivo di merito. Quella non è mica una squadra normale, è fortissima: i nostri hanno dato il 200% e a loro va tutta la mia gratitudine.
Dzeko, per fortuna, è rimasto in squadra.
Ma io gli manderei un mazzo di fiori, alla moglie di Dzeko. È lei che gli ha proibito di andarsene al Chelsea. Dobbiamo farle un regalo, non fosse stato per lei lo avremmo perso. E non avremmo mai passato alcun turno.
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