I flash si specchiano negli occhi chiari, mentre un sorriso timido e incredulo si offre ai tifosi. Era stato avvisato da Nainggolan e Szczesny, che conoscono Roma e la Roma, ma soltanto ieri verso le 14, quando ha superato la porta automatica del reparto arrivi dell’aeroporto, Thomas Vermaelen ha capito davvero in cosa consistano la passione e la pressione della sua nuova casa. Ottanta, forse cento tifosi lo aspettavano, alcuni in costume e infradito, altri in pausa pranzo. Cori, applausi, festa, «perché mica siamo venuti a prendere Messi ma Vermaelen per la Roma è una svolta». Esagerato il servizio di sicurezza: cinque soldati con il mitra (!) lo hanno scortato fino all’uscita del terminal, dove lo ha prelevato un van della Roma. Ecco, quello magari gli avrà dato un’idea sbagliata della città. «Quanto affetto – ha raccontato a chi gli ha parlato ieri – sono davvero felice di essere qui».
ITER – Vermaelen, secondo belga della storia romanistra dopo Nainggolan, è arrivato per restare: ha viaggiato con un bel bagaglio che gli terrà compagnia in attesa del trasloco da Barcellona e della ricerca della casa. Ieri sera, fino a dopo le 21, è stato visitato a Villa Stuart e stamattina metterà piede per la prima volta a Trigoria, dove firmerà il contratto da tre milioni a stagione che lo legherà alla Roma nell’ipotesi in cui, nel 2017, la società lo riscatti dal Barcellona. Per il momento Sabatini ha pattuito un prestito da 2 milioni e un eventuale acquisto da 10.
CONDIZIONI – Atleticamente Vermaelen dovrebbe essere pronto. Anche se ha cominciato in ritardo la preparazione a causa degli Europei, Luis Enrique lo aveva convocato per l’amichevole di sabato contro il Liverpool. E’ dunque probabile che Spalletti lo utilizzi già mercoledì nell’amichevole di Latina, per poi averlo già sufficientemente rodato nell’andata del playoff europeo contro il Porto. Oggi intanto Vermaelen si allenerà per la prima volta con la nuova divisa e conoscerà i nuovi compagni, che dopo i due giorni e mezzo di riposo si alleneranno sia di mattina che di pomeriggio a Trigoria.
CONTINUITA’ – Da decidere il numero di maglia che indosserà. Ma i numeri che gli interessano di più sono quelli da valorizzare sul campo. Nello scorso campionato ha giocato soltanto 4 partite intere (10 presenze complessive) segnando un gol al Malaga mentre due anni fa, tormentato dai problemi fisici, fece solo un’apparizione-lampo con il Barcellona. A incoraggiare la Roma verso l’operazione è stato Franco Baldini, che in questo senso ha avuto garanzie dall’amico Luis Enrique: se Vermaelen cambia squadra è solo perché vuole giocare con continuità, situazione diventata improponibile a Barcellona dopo l’arrivo dal Lione di Samuel Umtiti.
RUBAPALLONI – Se i segnali sono quelli visti all’Europeo, in cui ha guidato la difesa del Belgio, la Roma può sentirsi abbastanza tranquilla: Vermaelen ha giocato per intero le tre partite del girone più l’ottavo di finale, saltando solo i quarti contro il Galles per squalifica. Sarà un caso ma il Belgio è stato eliminato. E non è un dato così sorprendente: Vermaelen è stato il giocatore belga capace di intercettare più palloni all’Europeo (fonte Opta). Nella combinazione con l’amico e connazionale Nainggolan, che ieri gli ha dato il benvenuto e che negli ultimi cinque anni è stato il principale interditore della Serie A, la Roma dovrebbe guadagnare molto sul piano dell’aggressività e dei possessi palla rubati agli avversari. Ma Vermaelen, per essere un difensore, è anche altro: avendo un piede educato, il sinistro, diventerà un prezioso regista aggiunto quando si tratterà di ricevere il pallone da Szczesny (o Alisson). Da questo punto di vista Verminator, come lo chiamavano all’Ajax, ricorda molto Cristian Chivu, forse il difensore più tecnico che la Roma abbia schierato negli ultimi 15 anni. Anche Chivu, del resto, era di scuola Ajax.
(Corriere dello Sport – R. Maida)
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