James Pallotta e Monchi

(Il Tempo – A. Austini) Sempre più spesso a Londra, ogni tanto a Boston. I piani della Roma americana si mettono a punto lontano da Trigoria e non potrebbe essere diversamente con un presidente come Pallotta che, di volta in volta, deve incastrare le riunioni con i dirigenti giallorossi tra un viaggio di lavoro e l’altro. Stavolta ha convocato nella sua città il ds Monchi, partito lunedì sera verso Boston, e il consigliere di fiducia Baldini, mentre il dg Baldissoni e l’ad Gandini si sono dedicati ieri all’assemblea di Lega a Milano. La presenza dei due dirigenti più addetti alle questioni prettamente sportivefa capire che il tema saliente delle riunioni in programma nei prossimi giorni fino al weekend, quando Monchi dovrebbe fare un passaggio anche in Spagna prima di rientrare a Trigoria, sarà la valutazione della squadra attuale e le mosse per migliorarla in futuro.

Salutato tra un’incomprensione e l’altra Sabatini, Pallotta ha affidato il nuovo progetto tecnico al diesse spagnolo ma continua a fidarsi ciecamente di Baldini che, seppur tenendosi a debita distanza da Roma, conserva un ruolo centrale nelle strategie del club. Cosa bolle in pentola? A gennaio la società non intende fare granché sul mercato. La rosa piace parecchio così com’è e Di Francesco sembra l’allenatore perfetto per valorizzarla nella sua interezza. Tutto è migliorabile, ci mancherebbe, ma la scelta «conservativa» della Roma è dettata anche da questioni di bilancio: in cassa non ci sono chissà quali risorse per andare a prendere giocatori che possono davvero incidere a stagione in corso, per cui, al netto di occasioni che spesso nel mercato si presentano all’improvviso, non sono previsti acquisti nella finestra di riparazione.

Tantomeno cessioni eccellenti, che torneranno d’attualità a giugno. Per ora potrebbe partire solo Castan, che avrebbe bisogno di una squadra dove poter dimostrare di essere ancora un calciatore «vero». Qualche club in Brasile lo prenderebbe pure, ma la Roma dovrebbe sobbarcarsi oltre metà dello stipendio che è stato spalmato sul nuovo contratto fino al 2020 e ammonta ancora a circa 2.6 milioni lordi a stagione. Troppi per qualsiasi club verdeoro. Detto che al momento non c’è l’intenzione di vendere a gennaio né Skorupski né Bruno Peres (ma non si sa mai), Monchi sta già lavorando in prospettiva e in questi giorni presenterà le sue idee a Pallotta.

La priorità è il rinnovo di Manolas, ora molto più vicino rispetto a qualche mese fa, mentre sembra esserci meno fretta per Florenzi, anche lui in scadenza nel 2019. Il greco ha deciso di firmare per ottenere intanto l’aumento dell’ingaggio ancora fermo a circa un milione e mezzo netti, a patto che venga inserita la clausola rescissoria. La Roma è d’accordo, per evitare di ritrovarsi a doverlo svendere per forza di cose la prossima estate, quando mancheranno 12 mesi alla scadenza dell’attuale contratto. La trattativa è nel vivo e il club ha dato appuntamento al procuratore del greco dopo gli spareggi Mondiali. Fumata bianca possibile entro dicembre, ma non sarebbe comunque la certezza della conferma di Manolas per il prossimo anno. Non a caso, Monchi si sta concentrando proprio nella ricerca di un difensore centrale da prendere in estate. In Spagna si fa il nome di Gimenez dell’Atletico Madrid, che piace ma al momento niente più. Scartato invece il brasiliano Rodrigo Caio. Per il futuro si segue con interesse Berke Ozer, portiere turco 17enne dell’Altinordu.



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