(La Repubblica) C’era una volta una Fiorentina che, in giornate così, si giocava il Paradiso. Scontri che valevano qualcosa di grande. L’Europa. La Champions. Oggi, quella Fiorentina, non c’è più. Oggi, la Fiorentina, è una giovane creatura accompagnata da mille speranze ma ancora alle prese con le sue bizze. La Roma, invece, è sempre lei. Una squadra forte. Anzi. “Fortissima“. Vola in campionato (24 punti, sette in meno del Napoli capolista ma con una partita da recuperare) e stupisce l’Europa. Martedì, giusto per non andare troppo indietro, ha battuto il Chelsea. Eppure, «niente è impossibile, e nessuno è imbattibile». È Stefano Pioli. Sembra Muhammad Ali. E pazienza se sulla carta, i valori, lasciano poco spazio alle speranze. Perché nello sport, e nel calcio in particolare. Non sempre vincono i più forti. A volte, vincono i più bravi. E in una partita secca tutto può succedere. Certo, per «ottenere un risultato che sarebbe straordinario» (sempre Pioli), servirà una Fiorentina capace di andare oltre i propri limiti. Diversa da quella che domenica scorsa si è fatta schiantare dal Crotone. «Nel calcio o si vince o si impara», ha spiegato ieri un Pioli ispirato come mai, «e noi dobbiamo dimostrare di aver imparato la lezione di domenica scorsa». Dimenticare lo scivolone di una settimana fa, metterselo alle spalle, ma fino a un certo punto. Portarselo dietro non come peso, ma come spunto di riflessione. Da questo punto di vista, un match come quello di oggi pomeriggio (fischio d’inizio alle 15) può rappresentare un’occasione.Battere una grande infatti, darebbe una spinta forte. Alla classifica, alle ambizioni europee, e all’autostima. Anche all’ambiente, perché no. Resta da capire se alle buone intenzioni seguirà la pratica. Il professor Pioli, in questo senso, ci ha messo la faccia. «Abbiamo studiato tanto e bene, e quando uno studente si presenta all’esame consapevole di essersi presentato al meglio deve essere convinto di poterlo superare». Certo, e torniamo al punto di partenza, sarà un esame tosto. Anche perché la classe viola dovrà molto probabilmente fare a meno di uno dei suoi leader. Morali, e soprattutto tecnici. Difficile, infatti, che Cyril Thereau possa essere della gara.
Non dall’inizio almeno, perché alle indicazioni positive filtrate nei giorni scorsi è seguito (un po’ a sorpresa) il brusco stop di ieri. Soltanto venerdì il francese si era allenato al 100% col gruppo (partitella compresa) e tutto lasciava pensare che fosse ormai lanciato sulla via del recupero. Invece, la rifinitura, ha detto il contrario. L’ex Udinese non ha lavorato con i compagni e, di fatto, Pioli ha provato una formazione che non lo prevedeva tra i titolari. Eppure, ci si proverà fino all’ultimo. Una specie di provino (stamani) buono per togliersi ogni minimo dubbio. Le sensazioni però, non sono positive. Anzi. Al suo posto, molto probabilmente, Gil Dias. In un 4-3-3 che là davanti, oltre al portoghese, prevede il solito tandem Chiesa/Simeone. A loro, Pioli, si affida per provare ad aprire una breccia in un muro fin qui (quasi) impenetrabile. Ha preso soltanto cinque gol, la Roma, ed è la miglior difesa del campionato. E pensare che Di Francesco era presentato come una specie di Zeman. Tanto bravo nell’organizzazione offensiva quanto carente nella cura della fase di non possesso. Non è così. L’ex tecnico del Sassuolo si è dimostrato allenatore completo. Non a caso, la Fiorentina, lo ha corteggiato a lungo. Pioli, però, non è da meno. E infatti, allo stesso modo, i giallorossi in passato ci hanno pensato. Quello di oggi, sarà anche il confronto tra di loro. Obiettivo viola? Impedire a Kolarov e compagni di invadere la propria metà campo e colpire alle spalle di una linea difensiva spesso altissima. Fondamentale quindi, il lavoro dei centrocampisti, Benassi, Badelj e Veretout. E poi la difesa che, al cospetto di El Shaarawy, Dzeko e Perotti, è chiamata a superare se stessa. Alla fine, Pioli, pare aver scelto la soluzione più “automatica” per sostituire Laurini. Dentro Gaspar insomma, con Biraghi a sinistra e la solita coppia Astori/Pezzella in mezzo.
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