AS ROMA NEWS WIJNALDUM MATIC PELLEGRINI – Si sogna ad occhi aperti. Ma poi chiudendoli quegli occhi si torna anche indietro con la mente, rispolverando il passato più o meno recente, di sicuro uno tra i più illustri. E i tifosi romanisti se pensano alle tante soluzioni che offre il centrocampo attuale allora sì che sognano davvero.
Come riferisce La Gazzetta dello Sport, perché se è vero che questa Roma è tornata a vestirsi con il 3-4-2-1 (o anche 3-4-1-2) è anche vero che nella mente di Mou c’è anche il 3-5-2, con una maggiore densità proprio in mezzo al campo, con Matic schierato come perno davanti alla difesa e Wijnaldum e Pellegrini a lavorare ai suoi fianchi, da mezzali. Ed allora torna anche in mente uno degli ultimi grandi centrocampo che ha avuto la Roma in questo ultimo decennio, quello formato qualche anno fa da De Rossi, Pjanic e Strootman.
L’ultima cerniera super davanti alla difesa è stata infatti quella che ha ballato tra Garcia e Spalletti. In quel centrocampo lì c’era anche un altro fenomeno come Radja Nainggolan, che poi però con Spalletti è andato a giocare alto, come sottopunta, nel suo 4-2-3-1. E allora limitiamoci a quei tre: De Rossi, Pjanic e Strootman. È molto diversa dalla triade Matic-Pellegrini-Wijnaldum? No, ed è quello che fa sognare la gente giallorossa. Perché Pellegrini ha la fantasia che aveva Pjanic, Matic pulisce palloni esattamente come faceva la “lavatrice” Strootman e Wijnaldum è un tuttocampista come lo era De Rossi (almeno prima di trasformarsi in mediano puro o regista di posizione, come nelle ultime due stagioni). Le analogie sono tante tra questa Roma qui e quella dell’epoca, che contese per un po’ alla Juventus lo scettro di regina d’Italia e provò anche a togliersi qualche soddisfazione sparsa in Europa.
In attesa poi di capire come Mourinho deciderà di impegnare davvero Pellegrini, la coppia dorata sulla carta è quella formata da Gini e Nemanja. L’olandese e il serbo, la rockstar e il principe. Molto diversi in campo e fuori, esattamente complementari quando li assembli insieme. Almeno questa è l’impressione dall’esterno, in attesa di verificarla anche sul campo. Che poi possano giocare a due o a tre sarà il campo a dirlo. A Matic toccheranno compiti da mediano, di interdizione e di distribuzione del pallone. Wijnaldum sarà invece quello portato ad andare, ad accompagnare l’azione, a creare più densità negli ultimi 30 metri di campo. “La trattativa per portarlo qui è stata lunga – ha detto il g.m. Tiago Pinto – Ma questo dimostra la grande voglia di Gini di venire e la nostra di averlo. E quando un giocatore così importante lotta tanto per venire a Roma vuol dire che il nostro progetto ha credibilità. Ora tocca a lui”.
Già, adesso tocca davvero a Gini, uno che ama la musica rap, le supercar, la ginnastica e lo Sparta Rotterdam, la sua squadra del cuore. Per vederlo in campo dal via bisognerà aspettare ancora un po’, probabilmente la partita con la Cremonese del 22 agosto, complice anche una condizione fisica non ottimale. “Non ho fatto la preparazione abituale e la scorsa stagione ho giocato meno di quanto avrei voluto – ha detto ieri l’olandese – Ma mentalmente sono pronto”. Klopp in passato lo definì il centrocampista perfetto, lui spero di esserlo anche nella Capitale: “Per lo stile di gioco del Liverpool forse lo ero, farò di tutto per far sì che sia così anche per la Roma. Le mie caratteristiche penso ben si sposino con quelle del calcio che vuole fare la Roma, credo che il nostro possa essere il matrimonio perfetto”. A Matic, casomai, il compito di fare da paggetto d’onore.
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