Nicolò Zaniolo

AS ROMA NEWS ZANIOLO – Che il tempo sia un’astrazione, lo si capisce anche dalla parabola di Nicolò Zaniolo. Dopo il doppio infortunio alle ginocchia che gli ha fatto perdere quasi un anno e mezzo di carriera, il vero ritorno sulla scena calcistica non è stato ad agosto scorso contro il Trazbonspor, bensì due giorni fa col Bodo, scrive La Gazzetta dello Sport.

Intendiamoci, in questi mesi l’attaccante della Roma ha giocato diverse buone partite e realizzato anche dei bei gol, ma la tripletta contro i norvegesi – che è valsa la qualificazione alle semifinali di Europa League – è sembrata l’epifania di un campione ritrovato. In una partita europea da “dentro o fuori” Nicolò è stato capace di mostrare gran parte del suo repertorio da vetrina: scatto, potenza, tocco, fiuto del gol. Come sempre accade, adesso ci sarà anche la caccia a prendersi i meriti.

La rinascita è figlia dello scrostarsi della ruggine dovuta al lungo stop? Al “bastone” di Mourinho che lo ha tenuto fuori in un paio di match a cui teneva tanto (Spezia e Lazio)? Alla pazienza di Nicolò nel sopportare la sorte avversa senza polemiche? Alla capacità di adattamento in sistemi di gioco che non sente suoi fino in fondo? Diffidate di chi sa tutto e vuole spiegarlo. Meriti e colpe, come sempre, sono da condividere. Ma ciò che conta è che Zaniolo sia tornato. E a 22 anni ha un futuro ancora tutto da scrivere.

Le cose cambiano. Così non deve sorprenderci che anche Nicolò Zaniolo sia cambiato. Dai tempi del suo folgorante esordio a oggi, l’attaccante giallorosso ha aumentato di parecchio la sua massa muscolare nella parte superiore del corpo. Questo anche per controllare meglio la potenza che è in grado di sprigionare grazie agli arti inferiori. Grande parte del suo lavoro, poi, è assegnato alla prevenzione. Avere entrambe le ginocchia operate, infatti, costringe Nicolò a un lavoro supplementare che possa evitargli ricadute. L’altro fronte in cui è chiamato a operare riguarda la tattica.

Col passare dei mesi Zaniolo lievita anche dal punto di vista del bagaglio di conoscenze. A inizio stagione il 4-2-3-1 non è parso nelle sue corde fino in fondo proprio perché lo costringeva a un lavoro di copertura che poi lo portava a essere meno lucido al momento della conclusione. Discorso diverso per il 3-5-2. Se la costruzione della manovra gli consente di cercare la profondità avendo spazio davanti, tutto procede nel modo migliore (come si è visto col Bodo).

Se invece deve giocare spalle alla porta e ricevere palla da fermo, per lui tutto si fa più faticoso. L’ulteriore fronte in cui Zaniolo sembra cambiato è la crescita interiore. Merito innanzitutto della paternità da poco scoperta, che spesso contribuisce a far diventare grandi. Poi c’è anche altro. Il saper ammortizzare le avversità. Che siano nei rapporti con il tecnico o con la sorte (leggi i gol che non arrivano). Il club gli ha proposto anche l’ausilio di un «mental coach», ma Zaniolo ha detto no. La resurrezione, per ora, è solo farina del suo sacco.

Una premessa: nella storia che si dovrà scrivere non ci saranno buoni o cattivi, solo persone che si muovono in base a delle convenienze contingenti. I fatti. Zaniolo è stato acquistato dall’Inter per 4.5 milioni, più il 15% sulla rivendita. Con i parametri Uefa che stanno per scattare, è inutile nascondere che una eventuale cessione dell’attaccante rappresenterebbe una ottima plusvalenza per la Roma. Con grande onestà, sia Pinto che il giocatore hanno detto che la permanenza non è certa.

Ma Nicolò a Roma sta benissimo e resterebbe volentieri, a patto di sentirsi al centro del progetto. Il che significa avere un rinnovo di contratto sulle cifre di Pellegrini (circa 6 milioni con i bonus). Al momento infatti, guadagnando più o meno 2,2 milioni (coi premi), sono quasi una decina i giallorossi che percepiscono più di lui. Visto che i Friedkin hanno deciso di rinviare a fine stagione il discorso contratti, per il momento è più facile ascoltare le sirene di mercato.

In prima fila c’è la Juve, che lo ha sondato da tempo ma – senza neppure contare le società estere – occhio ai colpi di scena, visto che Zaniolo piace anche al Milan. Il discrimine sarà dato dalle richieste. Se si attesteranno intorno ai 50-60 milioni, i rossoneri (che non possono superare i 40) potrebbero tirarsi fuori, a meno che non arrivi il cambio di proprietà. Morale: la prima parola è ai Friedkin, che decideranno l’offerta d’ingaggio. Poi parlerà il mercato. tenendo conto più la scadenza del contratto si avvicina (ora è al 2024), più il valore calerà.

Subito dopo il 3-0 segnato giovedì al Bodo, Zaniolo si è goduto i tanti abbracci ricevuti dai suoi compagni di squadra. Ad uno, però, ha risposto con un affetto particolare, un dolce bacio sulla guancia, un gesto volto a suggellare un rapporto che è nato a settembre, decollando poi con lo scorrere del tempo. Quel bacio lì era rivolto a Tammy Abraham, con cui Zaniolo è tornato a fare coppia d’attacco proprio nella partita di Conference League e con cui il gioiellino giallorosso ha un rapporto di amicizia oramai consolidato.

«Mio fratello», scrisse lo stesso Abraham sui social subito dopo il gol segnato da Zaniolo a novembre agli ucraini dello Zorya, nel gironcino, con una foto in cui Tammy abbracciava Nicolò, indicandolo alla curva, quasi a voler dire «sì, è proprio lui». Concetto ribadito anche ieri: «Congratulazioni per la tripletta fratello», con tanto di cuoricino on fire. Perché i due sono davvero molto amici, si frequentano spesso anche fuori dal campo, forse anche per una vicinanza anagrafica che li ha portati subito a trovarsi.

Come, del resto, spesso si sono trovati anche in campo. Quando Mou aveva optato per il 3-5-2 erano loro due la coppia d’attacco, quando ha invece deciso di virare verso il 3-4-2-1 Zaniolo è scivolato tra i due trequartisti, ma di fatto è sempre stato la seconda punta, quello più avanzato e maggiormente deputato alla fase offensiva. Adesso bisognerà capire cosa farà Mourinho lunedì prossimo a Napoli, ma è quasi certo che Zaniolo parta un’altra volta da titolare. E ancora come trequartista di destra, pronto — appunto — a diventare ancora seconda punta ed a togliere anche pressione ad Abraham dal punto di vista delle marcature avversarie. Del resto, tra amici si fa proprio così.



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