Nicolò Zaniolo

ULTIME NOTIZIE AS ROMA ZANIOLO – «Nico giocherà giovedì o domenica. O forse anche tutte e due le partite, perché è bravo». Già, ma intanto Nico – che poi è Zaniolo, uno dei gioielli più pregiati della argenteria della Roma – anche a Genova è finito in panchina. Esattamente come a Venezia, dove almeno Mourinho l’aveva buttato dentro nel finale, per farlo partecipare all’assalto giallorosso alla ricerca del gol del pareggio, scrive La Gazzetta dello Sport.

A Marassi, invece, non è successo neanche questo. Anzi, nell’assalto finale – stavolta per andare a caccia della vittoria – Mou gli ha preferito un ragazzino di 18 anni, Felix, rischiando anche tanto nella scelta ma uscendo alla fine da trionfatore assoluto, visto che lo stesso Felix ha poi regalato la vittoria alla Roma con una doppietta di pregevole fattura. E allora c’è da chiederselo, almeno finché le cose non torneranno a girare in altro modo: Zaniolo, che succede?

Intanto succede che il modulo con le due punte inevitabilmente finisce con il penalizzare i tanti trequartisti su cui è stata costruita la Roma la scorsa estate. «Il discorso di Zaniolo vale anche per El Shaarawy, Carles Perez e Mkhitaryan – ha detto domenica Mourinho nella pancia di Marassi – In questa situazione la posizione migliore per Zaniolo sarebbe quella tra i due attaccanti».

Già, anche se poi Zaniolo è uno che ha bisogno di spazio e di campo per sprigionare tutta la sua forza e la sua esplosività. E sullo 0-0 a Marassi di spazio e di campo ce n’era francamente poco, con il Genoa tutto propenso a difendere ed a creare densità centrale a copertura della linea difensiva. Ed allora è evidente che se Mourinho dovesse ancora insistere con le due punte (a Venezia si è schierato con il 3-4-1-2, a Genova con il 3-5-2) gli spazi per Zaniolo sarebbe ridotti al minimo. Almeno dal via, con la possibilità, appunto, di giocare seconda punta al fianco di Abraham, difficilmente invece da mezzala. «Lì, in quella posizione, ci vorrebbe tempo per lavorarci su», ha detto lo stesso Mou.

Ed allora bisognerà prendere una decisione, perché penalizzare il patrimonio più importante che ha oggi la Roma non è pensabile. Anzi. Certo, anche Zaniolo dovrà iniziare a metterci qualcosa in più. Perché è vero che viene da due anni drammatici, con i due infortuni ai legamenti delle ginocchia, ma è anche vero che oramai siamo al quinto mese di lavoro e Mourinho si aspetta che le sue prestazioni inizino a crescere.

Del resto, Zaniolo in questi primi mesi della nuova stagione ha alternato prestazioni buone ad altre rivedibili. Anche perché nel modulo che ha utilizzato Mourinho fino alla svolta tattica di Venezia – e cioè il 4-2-3-1 – a destra è spesso costretto a fare anche il centrocampista, con rientri ampi in fase difensiva che gli tolgono poi lucidità quando strappa e riparte, soprattutto negli ultimi venti metri di campo. E non è un caso, forse, che finora Nicolò abbia segnato un solo gol in 15 partite, tra l’altro «vecchio» di tre mesi (era infatti il 26 agosto, ritorno del playoff di Conference League, 3-0 ai turchi del Trabzonspor).

Con gli ucraini dello Zorya giovedì prossimo all’Olimpico o contro il Torino domenica prossima – sempre nello stadio di casa – Mourinho probabilmente sarà costretto a mantenere lo stesso assetto, quello con le due punte, anche a causa delle tante assenze: i tre terzini sinistri (Spinazzola, Calafiori e Viña), un centrocampista titolare come Cristante che può «scivolare» tra i centrali di difesa e un incursore come Veretout, che contro i granata sarà out per squalifica.

Per Zaniolo ci sarà quindi spazio come seconda punta, al fianco di Abraham. Sicuramente giovedì, forse domenica. Di certo, Nico dovrà giocare ai suoi livelli, quelli che lui sa e conosce molto bene. E in quel caso sarà lo stesso Mourinho a capire di non poterne fare a meno. In caso contrario, invece, bisognerà chiedersi: Zaniolo, che succede?



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