Nicolò Zaniolo

AS ROMA NEWS ZANIOLONicolò Zaniolo c’è, almeno per la finale in Albania. E lì dovrà essere al top. Per quanto riguarda la partita di venerdì con il Torino, si vedrà, ma pure lì ci sarà bisogno di lui. La squadra torna ad allenarsi oggi, Nick si è presentato a Trigoria anche ieri per smaltire questo affaticamento del quadricipite che si porta dietro da qualche giorno e che gli ha impedito di scendere in campo l’altra sera contro il Venezia, scrive Il Messaggero.

La situazione è delicata perché Mou non vuole affaticare ulteriormente i suoi calciatori e in più ha anche la necessità di recuperare per gli ultimi impegni Felix e Mkhitaryan, fermi ai box anche loro (di sicuro sta peggio l’armeno), oltre che Zaniolo. Vorrebbe avere tutti a disposizione per la finale con il Feyenoord, a Tirana, il prossimo 25. Ma anche la partita con il Toro, visti i risultati di Atalanta e Fiorentina, non sarà banale: con una vittoria, l’ingresso in Europa League diventa matematico.

Servono tutti, compreso Zaniolo. E forse ha ragione Mourinho: Nick è l’ossessione. In fondo non è un calciatore normale, non a caso di lui si parla spesso e per vari motivi, catalizza l’attenzione in un modo o nell’altro, per i suoi comportamenti, perché sta per tornare la Nazionale e ci sono le convocazioni, per il suo essere – ultimamente nemmeno troppo – social, per il rinnovo del contratto con la Roma, perché lo vuole la Juventus e perché il suo futuro, oltre Tirana, ad oggi è un mistero. Non lo si conosce. E i misteri, in fondo, procurano un po’ di ossessione.

Un’altra ossessione è come portarlo al meglio alla partita della stagione, ovvero la finale di Conference, passando per il Grande Torino. Soprattutto l’acciaccato Zaniolo, insieme con i calciatori più stanchi, dovrà essere gestito. Turnover sì, ma con moderazione. Torino e Feyenoord, in fondo sono due finali, ma le forze, e lo abbiamo visto anche sabato, cominciano a venire meno.

L’ultimo sforzo, poi sarà futuro. Nick e la Roma dovranno prendere una decisione dopo il 25 maggio. Negli ambienti di mercato, si parla di una cessione di Nicolò in estate, la Roma sa che se gli rinnova il contratto aumenterà ancor di più il suo valore, che al momento, con ancora due anni dalla scadenza, può essere alto ma non stratosferico. Ma sa anche che il rinnovo del contratto per uno così non è facile, quindi per nulla scontato.

In questi mesi la Roma ha deciso di sospendere le questioni contrattuali, specialmente quelle più delicate e questo in Zaniolo ha procurato sbalzi di umore. A volte si è sentito dentro, altre un po’ più fuori. E qualche esclusione è stata mal digerita ma ha fatto parte del percorso di crescita, che non è stato ancora completato, complici i due infortuni seri al ginocchio. La stagione dell’esplosione doveva essere questa e di fatto non lo è stata, lo dicono i numeri, che visto il talento non gli appartengono: 39 partite, 7 gol e 8 assist.

Pochi sprazzi, fino alla notte magica contro il Bodø, quando ha segnato una tripletta all’Olimpico. Lì si è risentito dentro, lì ha pensato che quella maglia doveva/dovrà ancora essere sua. E invece siamo a fine stagione e nulla è stato definito e i dubbi sono gli stessi di mesi fa. Due partite ancora, poi la verità. E Zaniolo vuole esserci sempre, Mourinho permettendo. Perché Nicolò è importante anche per Abraham, con il quale è legato da un rapporto di amicizia e tra i due è nata anche un’affinità in campo, che si è notata soprattutto nelle notti di Conference League.



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