NOTIZIE AS ROMA ZANIOLO – Se il racconto del calcio può essere epica applicata allo sport, allora non nascondiamolo: Nicolò Zaniolo, per la Roma, rappresenta quello che Achille era per i Greci durante la Guerra di Troia. Quando l’eroe era lontano, gli assedianti venivano ricacciati verso le loro navi, quando invece ritornava ad impugnare lancia e scudo, lo scontro si spostava sotto le mura della città.
L’effetto Zaniolo, in fondo, è anche questo: la capacità d’infondere morale. E se l’obiettivo Champions è un sogno evaporato, c’è ancora una Europa League da giocare, e lì il nuovo Achille potrebbe essere decisivo per ribaltare l’inerzia dei pronostici.
Eppure anche Nicolò non è ancora del tutto conscio della sua condizione. Lo dimostra un retroscena. Prima della gara staff medico e fisioterapisti gli avevano pronosticato minuti santificati dal gol. «È presto, ancora non sono in condizione», rispondeva lui, che però aveva torto. Certo, il top della forma ancora è lontano, ma lo spirito è quasi quello dei giorni belli.
Così, dopo la rete, la sua esultanza a braccia larghe ha ricordato a molti lo stile di un altro eroe delle battaglie calcistiche, Ibrahimovic, che con quel gesto sembra avere il potere di caricarsi sulle spalle il peso di ogni squadra per cui gioca. Logico che, per il momento, non è corretto caricare di troppe aspettative il ritorno di Zaniolo. «Sono ancora al 60-65% – ha spiegato – e ho ancora un po’ di timore quando faccio i cambi di direzione, ma col tempo passerà. Io non mi pongo obiettivi. Certo, spero di essere tornato al meglio quando si giocherà l’Europa League».
Domanda: come fare a non essere ottimisti quando il Predestinato, in carriera, ha precorso sempre i tempi? Convocazione in Nazionale prima dell’esordio nel calcio dei grandi, esordio in Champions prima dell’esordio in A, ritorno in campo prima dei sei mesi previsti, ritorno al gol prima di riavere una maglia da titolare. Capite perché sia facile aspettarsi miracoli sportivi?
Con queste premesse, è agevole scivolare nelle promesse. La Roma, la sua, l’ha fatta da tempo. Nonostante la corte serrata di Juve, Inter e diversi club europei, Zaniolo non si vende, per la soddisfazione di Nicolò, che ai dirigenti ha detto: «Voglio restare», sapendo che comunque c’è il desiderio di avere presto un contratto da top. Per la Roma, una scelta di cuore e anche di testa, visto che nel calcio post-Covid sarebbe difficile cedere Nicolò a più di 40 milioni (più bonus), mentre (almeno) un altro anno in giallorosso consentirebbe di fare aste sulla base di 60-70 milioni.
Non solo. Se poi si materializzerà il cambio di proprietà, con l’arrivo di Dan Friedkin (o cloni) è possibile che davvero Zaniolo possa diventare il volto bello della Roma che verrà. Un Achille dal tallone d’acciaio per vincere oggi guerra o, quanto meno, per essere autorizzati a sperarlo.
(Gazzetta dello Sport)
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