AS ROMA NEWS ZANIOLO – Il gol manca dal 25 maggio. Da quella notte a Tirana che ha cambiato la sua stagione e quella della Roma. Perché decidere la finale di una coppa europea non è cosa che accade tutti i giorni. Come l’estate trascorsa tra riflessioni e tentazioni, archiviata come film creati ad arte, dove però nella sceneggiatura c’era tanto di Nicolò e di chi gli sta intorno. Acqua passata, scrive Il Messaggero.
L’urlo al gol di Smalling e il sorriso che lo ha accompagnato sabato, è la fotografia di un ragazzo che è tornato con la testa nella Roma. A tal punto che già da domani, con l’arrivo dell’agente in città per assistere al match di giovedì col Betis, ogni giorno è buono per tornare a parlare di rinnovo.
Date (2027) e cifre (4 milioni di base più bonus per toccare quota 6) sono ormai note. Come la valutazione che ha fatto la Roma del ragazzo (50 milioni) che ha allontanato possibili pretendenti in Italia, avvicinando all’estero soltanto il Tottenham costretto però a fare un passo indietro a fronte alle richieste del club giallorosso (prestito oneroso di 10 milioni, garanzia poi di conclusione dell’affare a 50; proposta degli inglesi era invece di un prestito di 2, condizionando l’obbligo del riscatto al 50% delle presenze da titolare del ragazzo e alla prossima qualificazione in Champions).
Si è ripartiti, quindi. Ad handicap, vista la lussazione alla spalla rimediata contro la Cremonese alla seconda giornata, ma si è ripartiti. Nicolò è stato costretto a rimanere ai box per un mese, saltando 4 gare di campionato e il debutto in Europa League contro il Ludogorets. Ha scaldato i motori con Helsinki, Atalanta e Inter e ora è pronto a tornare il “bello di notte”. Chissà come la prenderà Boniek quando leggerà il soprannome che gli diede l’avvocato Agnelli accostato a Nicolò. Ma i numeri sono lì a confermarlo: degli 8 gol segnati lo scorso anno, 6 li ha siglati in Conference League.
Un feeling, quello con le gare europee, confermato dal debutto con la maglia della Roma (titolare al Santiago Bernabeu il 19 settembre 2018 contro il Real Madrid) e dalla doppietta contro il Porto negli ottavi di Champions che lo proietta sul palcoscenico internazionale come il più giovane calciatore italiano ad avere realizzato due reti nella stessa gara nella massima competizione continentale. Gol che deve ritrovare. Per se stesso e per la Roma.
Perché se è vero che è arrivato Dybala, per essere un elemento del tridente offensivo, Nicolò segna troppo poco. Otto centri (ma appena 2 in campionato) in 42 presenze nella passata stagione, ancora al palo dopo 5 partite in questa (in campionato non segna da oltre 8 mesi, ad Empoli, lo scorso 23 gennaio). Ma c’è di più: appena 3 passaggi-chiave che lo rendono undicesimo nella rosa e 175° in serie A, 10 tiri effettuati con appena 2 che hanno trovato lo specchio della porta avversaria.
Meglio se l’analisi si sposta sui dribbling tentati (22) dov’è secondo in squadra soltanto a Pellegrini (24) anche se poi soltanto 8 di questi sono riusciti. Sabato scorso a San Siro, Mourinho lo ha schierato in un 3-4-1-2 atipico, avvicinandolo più del solito alla porta, chiedendogli inoltre un lavoro supplementare in pressing. Nicolò non si è trovato a suo agio. Pochi spazi, ma soprattutto poco campo a disposizione per scatenare la potenza che ha nelle gambe. Giovedì, con Abraham che tornerà ad essere il punto di riferimento offensivo, agirà qualche metro indietro. Per cercare e trovare quel gol che serve a lui e alla Roma.
Quella col Betis infatti è una partita da vincere. Mourinho ricorrerà ad un minimo di turnover (in rampa di lancio Tammy e Zalewski) e dovrà prendere una decisione su Pellegrini. Il Capitano non ha lesioni ma non sta bene e il suo impiego, ad oggi, appare complicato.
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