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Rassegna stampa

Zaniolo, la rinascita: chili e paternità, la Roma ritrova il Predestinato

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA ZANIOLO – Si viene al mondo solo una volta, ma si può nascere e rinascere in tante altre situazioni. Ecco, chi è vicino a Nicolò racconta che lo Zaniolo 2.0 abbia visto la luce il 22 maggio scorso. Merito di Christian Fink, il chirurgo che lo ha operato per la seconda rottura del crociato anteriore, in quel caso al ginocchio sinistro. «È tutto a posto – gli ha detto Fink – adesso sei tornato quello di prima», scrive La Gazzetta dello Sport.

Da quel momento, lo sguardo del ragazzo è cambiato. Da quel momento, grazie anche alle periodiche telefonate di Mourinho – nella veste di psicologo e motivatore – il nuovo Zaniolo è rinato ancor prima di tornare in campo. Il resto è stato solo una conseguenza. Il mese di giugno passato a lavorare a Pontremoli, poi l’impatto col ritiro, quindi (finalmente) le partite.

Che hanno significato la fascia da capitano indossata la prima volta, il ritorno al gol col Montecatini, la lite in campo con un avversario, a Trieste, il monito e la difesa di Mourinho, infine – per ora – la spettacolare rete segnata al Debrecen, con un colpo sotto che ha ricordato i giorni più belli. Quanto basta per salutare l’Italia nel migliore dei modi, visto che da ieri – come tutti gli altri – è in Portogallo per un ritiro che costerà alla Roma circa 400 mila euro.

Avviso ai naviganti. Tutto questo non significa che Zaniolo – atteso a fine mercato dal rinnovo di contratto – sia già tornato quello (dirompente) di prima. Dal 12 gennaio 2020 – giorno della rottura del crociato del ginocchio destro – i minuti giocati da Nicolò in partite ufficiali, fra Roma e Nazionale, sono stati appena 328. Logico che in campo abbia ancora pause e debba scrollarsi di dosso timori. Sarà più facile farlo, però, sapendo che la struttura fisica di Nicolò è cambiata. La parte superiore del corpo, infatti, ha aumentato la muscolatura di quattro chili, e questo, a 90 kg, lo fa essere più equilibrato nei movimenti.

Ma lo dicevamo all’inizio: non si nasce una sola volta. E Nicolò è nato ancora il 23 luglio, quando è diventato padre di Tommaso. I malinconici mesi autunnal-invernali delle polemiche via social con la ex compagna, Sara Scaperrotta, sembrano dietro le spalle. A differenza di altri calciatori, Zaniolo non ha atteso un giudice per riconoscere la paternità e assumersene le relative responsabilità, a partire dalla volontà di dargli il suo cognome.

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Tommaso, poi, ha riaperto i canali fra i due ragazzi. Grazie alla strategia portata avanti dall’avvocato Antonio Conte – le cui mosse legali hanno fermato gli assalti dei giornali di gossip – e del manager Vigorelli, il basso profilo è diventata la nuova parola d’ordine, seguita peraltro da tutta la famiglia Zaniolo. Morale: possibile che entro un paio di mesi si arriverà quell’accordo extragiudiziale che garantirà il “royal baby”.

Mancini chiama Ma c’è una nuova rinascita che attende ancora Nicolò, quella azzurra. E i segnali sono ottimi, se si pensa che il 12 luglio, mentre la Nazionale sfilava per Roma festeggiando la vittoria nell’Europeo, sono partiti i messaggi indirizzati a Zaniolo. «Ti aspettiamo», hanno scritto il c.t. e i compagni. Quanto basta perché il Mondiale 2022, in Qatar, sia molto più di un sogno.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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