AS ROMA NEWS SAMPDORIA ZANIOLO – C’era un ragazzo che, pur cresciuto in una famiglia genoana, essendo nato nella città della Lanterna aveva avuto la fortuna di vivere da bambino l’epopea della grande Sampdoria di Vialli e Mancini, scrive La Gazzetta dello Sport. Fu amore a prima vista per quel ragazzo – che si chiamava Igor Zaniolo – rafforzato poi dalla militanza proprio nel vivaio blucerchiato.
Ma il tempo passa. Così quando Igor è diventato padre ha scoperto che il tifo non si trasmette come un codice genetico. Perciò suo figlio Nicolò è stato tesserato nelle giovanili del Genoa e, al primo debutto nel derby baby, ha pensato bene di fare subito gol alla Samp. Diventare padre, d’altronde, fa compiere al cuore dei piccoli spostamenti, così Igor ha capito subito che il tifo deve sempre fare un passo indietro rispetto a un figlio e così, pur se da ragazzo Igor aveva ricevuto in dono da Vialli un paio di scarpette conservate come reliquie fino a un malinconico furto, ciò che gli fa battere il cuore ora è solo Nicolò.
Morale: gli anni che sono trascorsi hanno voglia solo di futuro. Cioè uno Zaniolo che – nonostante abbia creato in azzurro uno strettissimo rapporto col Vialli (idolo del padre) e Salsano (che col padre ha giocato) – si scopre essere forse il giocatore della Roma che avrebbe più bisogno di fare gol. E Igor, naturalmente, sarebbe il primo ad esultare.
Oddio, forse non siamo sicuri che papà Zaniolo riesca a battere José Mourinho. Da settimane, infatti, l’allenatore portoghese batte sul tasto della scarsa concretezza sotto porta. Adesso, poi, che la Joya mancherà ai giallorossi fino a gennaio (e lo staff medico argentino sarà presto a Roma), il problema parrebbe lievitare. Basta dare un’occhiata alle cifre stagionali della squadra: con l’attaccante argentino in campo la Roma segna una volta ogni 52 minuti, senza di lui, invece, ogni 220 minuti.
Nessuna meraviglia che, Dybala a parte, non c’è un attaccante che abbia medie realizzative accettabili. Non è un caso, in fondo, che il vice capocannoniere giallorosso al momento sia Smalling con tre reti. Insomma, c’è bisogno che le punte romaniste ritrovino la propria identità. A cominciare dall’unico dei cosiddetti “Fab Four” (Pellegrini, Dybala, Zaniolo e Abraham) che ancora attende il primo gol in campionato.
Sorprende, infatti, l’astinenza in Serie A di e in Europa League di Zaniolo. Sulla carta, il fanalino di coda Sampdoria sarebbe il migliore fra gli avversari possibili, ma il calcio non è una scienza esatta e così è possibile che anche la sfida di Marassi abbia i crismi dell’ossessione. È ovvio che per tutto il parco attaccanti giallorossi – forse ad eccezione di Belotti, che ha segnato giovedì a Siviglia contro il Betis – la questione del gol è diventata soprattutto una questione psicologica.
Non è un caso che lo stesso Mourinho abbia detto che, quando la squadra si sbloccherà, ci sarà qualcuno che “pacherà” dazio per tutto questo. Stankovic e i blucerchiati sono autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso, ma se Zaniolo si ricorderà del suo gol da ragazzo con addosso la maglia del Grifone, tutto potrebbe essere più facile. D’altronde anche papà Igor capirà.
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